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Mentre in occasione del Festival di Sanremo 2025 si attivano le  grancasse della propaganda mediatica modello “Istituto Luce e Pravda insieme” in un combinato incredible che ci raccontano di un settore della musica sempre piu’ in crescita e con sempre piu’ introiti, nessuno racconta la realta’ invece di un settore sempre piu’ in crisi che vede dal 2020 in soli cinque anni:

  • La perdita di circa il 25% delle figure del settore tecnico
  • La chiusura e/o la sospensione dell’attivita’ live di circa il 50% dei club, circoli, discoteche, balere e simili  un tempo attivi in Italia
  • La cancellazione di oltre il 30% dei festival e dei contest per artisti indipendenti ed emergenti che propongono musicale originale e inedita e interamente suonata dal vivo
  • La totale emarginazione dalla piattaforme di streaming musicale monopoliste attraverso gli algoritmi di tutti i generi alternativi al mainstream commerciale riducendo praticamente a zero gli introiti per migliaia e migliaia di artisti indipendenti ed emergenti ed emarginando dal mercato  – e quindi poi dai successivi passaggi radio e tv e da altre opportunita’ mediatiche – di oltre l’80%delle produzioni musicali originali e inedite totalmente Made in Italy: dalla produzione alla distribuzione passando dal booking.
  • Un calo di introiti di di diritti per gli aventi diritto piccoli, medi e piccolissimi autori, editori, produttori, artisti che varia dal meno 30 fino al meno 70%

Rivolgiamo quindi un appello al Governo affinche’ una volta conclusa la “sbornia” di Sanremo 2025 della quale beneficiano un pugno estremamente minoritario di multinazionali e artisti perche’ si faccia una riflessione sul rischio di scomparsa della filiera produttiva originale e inedita delle crew indipendenti ed emergenti che fin dal dopoguerra hanno creato le condizioni per portare innovazione e novita’ nell’asfittico panorama omologato del mainstream musicale.

Per fare questo serve naturalmente l’atteso varo del Codice dello Spettacolo per un supporto al settore musicale italiano,  paghino le tasse in Italia solo i giganti del web, si supporti il live e il welfare, una quota delle tasse del web si utilizzino per le produzioni musicali giovanili nazionali, si attivi un art bonus, un bonus cultura e un tax credit che agevolino nelle piu’ varie forme il consumo di musica e la realizzazione di eventi dal vivo grazie agli sponsor, un rinnovato decreto sulla copia privata che tuteli gli investimenti e le produzioni soprattutto quelle piu’ piccole e un oscuramento totale delle produzioni musicali realizzate solo ed esclusivamente con l’Intelligenza Artificiale.

Inoltre, si facciamo finalmente pagare tutte le tasse, compresi gli arretrati, ai giganti del web con particolare riferimento a tutte quelle piattaforme gigamonopoliste che hanno evitato per anni anche di pagare diritti d’autore, diritti connessi e royalties versando il 25% di tale sanzioni e tasse a favore delle produzioni culturali e musicali giovanili che sono quelle che hanno subito i maggiori “furti” da tali piattaforme: un tale fondo permetterebbe di poter realizzare molte nuove produzioni culturali, editoriali, musicali che contribuirebbero ad arricchire con nuove risorse il settore che ha certamente necessita’ di nuova linfa e nuove risorse economiche.

Si auspica che passi con un fondo ampio e utile l’indispensabile tax credit per i live piccoli e medi a sostegno della filiera della nuova musica italiana e una congrua integrazione per il sostegno del welfare del settore dello spettacolo dal vivo.

Dopo la sbornia del  Festival di Sanremo, per pochi eletti della musica, si chiede un incontro urgente al Ministero della Cultura con tutto il settore delle piccole realta’ musicali: purtroppo il “sovranismo” musicale rischia ogni giorno sempre di piu’ di scomparire e sarebbe una grave perdita culturale e di identita’ territoriale e musicale per kil nostro paese.

Coordinamento Stage & Indies

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