“Il Dynamic pricing non è una opportunità ma un nemico della musica dal vivo e dell’entertainment. Non vi è alcuna similitudine con la variazione di prezzi di biglietti per aerei o treni perché se in questo caso il fruitore può scegliere fra fornitori ,giorni e orari diversi nel cavo di un evento live l’interesse è per un determinato show in una specifica data e location.
Il Dynamic pricing nell’ entertainment è un arma per impoverire il mercato non per arricchirlo. È una speculazione selvaggia, (tra l’altro con una modalità di vendita dei biglietti confusa e per nulla trasparente su cui molto ci sarebbe da discutere), che dando l’ illusione di arricchire la filiera dell’ industria musicale dal vivo in realtà fa l’esatto contrario, la impoverisce.
Impoverisce gli spettatori che non hanno risorse infinte e che se spendono tanto per andare a vedere un artista non dispongono poi di altro denaro per altri concerti, spettacoli teatrali, mostre d’arte, libri , negozi di varia natura e ristoranti. Calando clamorosamente la disponibilità economica delle persone , l’economia del territorio e paradossalmente quella dell’intero live entertainment ne soffrono.
Quello che una volta era il mondo della condivisione e accessibilità è ora oggetto di una spirale speculativa senza fine.
La pratica del dynamic pricing Impoverisce l’intera filiera della musica dal vivo perché essa non si sostiene solo con i grandi nomi ma ha bisogno per vivere di continuità produttività e diversificazione dell’offerta.E la verità è che se esiste il dynamic pricing, non c’è futuro per nuove proposte artistiche poiché questa pratica fa concentrare le risorse degli acquirenti,ma anche le attenzioni mediatiche su chi è già conosciuto, famoso e richiesto. La verità che è sotto i nostri occhi è che clubs and venues di media e piccola capienza stanno chiudendo . E questo è un chiaro segno di come culturalmente ci stiamo impoverendo andando sempre più verso un’omologazione culturale tra l’altro gestita da pochissimi attori, una situazione che rischia di creare abuso di posizione dominante contraria alle regole del libero mercato e che ci impoverisce in ogni aspetto della nostra vita.
Come nel caso del secondary ticketing vero e proprio crimine nei confronti dell’umanità anche il dynamic pricing è un sistema illusorio, scorretto, che limita l’accessibilità di acquisto in maniera consapevole e deliberata da parte di chi lo mette in pratica essi siano gli artisti , i promoter e i producer che lo decidono o le ticketing companies che lo applicano.
Il Dynamic non impedisce affatto lo sviluppo del Secondary anzi lo alimenta creando ulteriore panico da acquisto nel pubblico trasformato in consumatore acritico.
La speculazione selvaggia è anche quella di alberghi e varie sistemazioni che nel caso di grossi eventi o festival aumentano in maniera ingiustificata il costo delle proprie offerte senza alcun adeguamento o miglioramento del proprio servizio.
Si tratta di fermare queste speculazioni.
Non si tratta quindi a mio avviso di regolamentare la pratica del dynamic ma di fare in modo completamente di impedirla”
Questa la base scritta del mio intervento al parlamento Europeo il 16 ottobre in occasione di un dibattito con parlamentari europei.
Claudio Trotta