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Batterista di talento, fonico per passione, dopo lavori di ristrutturazione delle sale prove del centro, disposti dal Quartiere San Donato-San Vitale, rischia di restare senza i locali in cui dal 1985 presta l’opera al servizio di decine di gruppi. Venerdì 5 aprile ha ricevuto una mail in cui lo si invita a sgomberare e a riconsegnare le chiavi martedì 9 aprile alle 11.30. Ora è disperato: senza soldi, senza un luogo dove traslocare tonnellate di strumenti. Ma le band si mobilitano: «Deve essere aiutato»

di Giampiero Moscato, direttore cB


Pecos Skanda, alias Gian Luca Grazioli, è una leggenda del panorama musicale bolognese. Batterista di talento, è fonico per passione e per lavoro. In questa veste è l’anima del centro di via Scandellara, sala prove e studio di registrazione e per diversi anni sede di un festival di prestigio. Ci sono passate centinaia di band, anche straniere. Ora questa leggenda, che è soprattutto un servizio, già da quasi un anno senza lavoro per lavori di ristrutturazione dei locali decisi dal Quartiere San Donato, rischia di rimanere anche senza il luogo in cui dal 1985 presta opera.

Ho conosciuto Pecos perché nelle sue sale per tanti anni ho fatto prove, per pochi euro, con le mie rock band: “Sbagli d’autore”, “Mistakers”, “Acuphenia”. L’ho apprezzato come fonico in occasione dei concerti in cui ha gestito i nostri concerti. Un lavoro duro: caricare, montare, smontare e ricaricare un palco e poi gestire i suoni dei vari musicisti. Tantissime ore di fatica. Eppure, una volta al mixer, c’era la luce negli occhi di questo burbero ma talentuoso personaggio.

Nei primi anni ’80 era un punk, si colorava i capelli, racconta Stefano Soranna (qui) , e la sua prima band, gli Irha, esordì al Cassero di Porta Saragozza, anno 1983. Per poi dipanare la carriera tra Bologna, Copenaghen e la Germania. Con gli Irha e gli Attack Punk presero in gestione una sala in Scandellara. Un luogo, ricorda Pecos, dove «sono passati davvero in tanti; Mike Patton con i Mr. Bungle, Mauro Pagani, Francesco Guccini, Paolo Conte, Vinicio Capossela, Donatella Rettore».

Nel frattempo gli è nato un figlio, e il lavoro del fonico garantiva maggiori certezze di quello del batterista. Fino a qualche mese fa, quando a Grazioli, presidente dell’associazione culturale “Sub Cave Scandella” (qui), arriva dal Quartiere una lettera in cui gli fu data assegnazione temporanea degli spazi ma solo fino alla data di inizio della ristrutturazione. Gli fu riconosciuto, per altro, di lasciare il materiale all’interno dei locali. Due giorni fa il colpo al cuore. Martedì deve riconsegnare le chiavi, previa rimozione dei materiali rimasti. Gli spazi sono destinati a «nuova assegnazione da effettuarsi mediante avviso pubblico». La sua risposta è desolata: «Come faccio a organizzare un trasloco di dimensioni enormi in così poco tempo?… non ho nessun luogo dove mettere tutto il materiale. Sono colto di sorpresa, non mi aspettavo un trattamento del genere dopo tutto questo tempo che offro un servizio al Quartiere… è da maggio che sono senza lavoro e non so dove trovare i soldi».

Intanto comincia ad arrivare la solidarietà di chi ha saputo. Come i “Black and Brown”: «Salvate la musica a Bologna – scrive il bassista Pikkio G Bagnoli anche a nome del resto della funk band, tra cui il chitarrista Andrea Raffini – L’associazione Sub Cave ha aiutato centinaia di musicisti a dare voce alla propria passione, mettendo a disposizione sale prova, strumenti, sale di registrazione, maestri di musica, fonici ecc. Tutti noi abbiamo frequentato “Scandella”, e la sua chiusura di questi ultimi mesi ci ha rattristato, oltre che metterci in difficoltà quando cercavamo sale prova. Tra i tanti prodotti realizzati lì, possiamo citare anche l’album dei “Lainz”, appena uscito, registrato e mixato da Pecos. Vogliamo tutti che Pecos e l’associazione abbiano la loro casa naturale, com’è stato per tanti anni, per tornare a fare musica in via Scandellara».

Ecco cosa dice Roberto Gaiba, frontman dei “Fire Exit”: «Nessuno come Pecos rappresenta meglio la storia delle band da cantina, ma non solo, della Bologna che suona. Sala prove per la moltitudine ha significato “andare da Pecos”. È una storia che non può finire, di enorme dedizione, fatta di orari pazzeschi, fatiche immani e serietà. Forza Pecos, facci suonare ancora e ancora!»

Massimo Cappa, batterista che ha suonato tra gli altri con Lucio Dalla, Gianna Nannini e Zucchero, è passato con diverse formazioni nelle sale di Skanda. Tra queste anche i “Luti Chroma”, nome cult della scena musicale: «Pecos è una music icon, il re delle sale prove. Non è nemmeno immaginabile che possa smettere di essere riferimento per migliaia di musicisti, dai principianti alle rockstar. Se Scandellara esiste è grazie soprattutto a Pecos. Va aiutato».

«Come SaxLab Saxophone Quartet – dicono Pierluigi Nanni, Marcello Malpensa, Filippo Mantione, Andrea Zucchi – siamo convinti che l’associazione Sub Cave e Gian Luca Grazioli meritino un’attenzione particolare nella procedura di assegnazione della rinnovata sede di via Scandellara. Il ruolo sociale che ha svolto negli ultimi 25 anni è universalmente noto e apprezzato da tutta la comunità, musicale e non. Riteniamo quindi non solo auspicabile ma anche ragionevole e proficuo permettere all’associazione di continuare questa azione socialmente positiva, di cui hanno beneficiato intere generazioni di musicisti professionisti e dilettanti. Non permettiamo che la scena musicale bolognese perda uno dei suoi luoghi più iconici, gestito con innegabile capacità tecnica da Gianluca Grazioli».

fonte: https://cantierebologna.com/2024/04/08/salvate-il-fonico-pecos-anima-del-centro-musicale-di-via-scandellara/