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A pochi giorni alla pubblicazione del nuovo disco “Voices” abbiamo incontrato Luca Falomi del trio Esperanto. La pandemia, l’impegno social, la scelta dei featuring, il palco. Tutto nella nostra intervista

   

Ciao Luca, oggi sei con noi per parlare del progetto Esperanto. Quindi iniziamo dal principio: come e quando nasce Esperanto?

Ciao, è un piacere essere con voi! Esperanto nasce nel 2012 dal mio incontro con Riccardo Barbera, contrabbassista e compositore, genovese anche lui e dalla volontà di creare musica insieme. Io e Riccardo abbiamo gusti musicali molto affini e tra di noi si è creata in poco tempo una grande sinergia e affiatamento. Negli anni abbiamo collaborato con vari batteristi e percussionisti. Nel 2017 abbiamo incontrato Rodolfo Cervetto, il cui tipo di drumming, presente e preciso ma anche fantasioso e “liquido” rispecchiava esattamente ciò che stavamo cercando. Anche dal punto di vista umano e personale il trio ha trovato la sua dimensione e virtualmente siamo diventati un’unica entità! Nel 2020 abbiamo pubblicato il nostro primo album dal titolo “Esperanto” e soprattutto abbiamo fatto moltissimi concerti insieme e collaborazioni con altri artisti.

 Arriviamo al presente con il disco “Voices”. Un lavoro di indiscutibile valore che rappresenta per voi una naturale evoluzione. Ci racconti la genesi di queste 9 tracce?

Il nostro primo album è uscito a giugno 2020, nel momento esatto in cui è terminato il primo lockdown e abbiamo avuto la possibilità di rincominciare a socializzare e lavorare. In un certo senso è stato un nuovo inizio, anche se il 2021 è stato ancora un anno molto tormentato. Però questo momento difficile ci ha spinti a darci da fare, anche in modi alternativi. Abbiamo fondato una associazione culturale, che è diventata fondamentale sia per gestire la nostra attività concertistica che per proporre progetti didattici e sociali. Abbiamo messo le nostre competenze musicali a disposizione di realtà socialmente problematiche, portando la musica in quartieri periferici, in un momento storico molto difficile. Tutto quello che è successo in questi anni in qualche modo ci ha arricchiti e il nuovo materiale musicale che abbiamo scritto rispecchia ciò che abbiamo vissuto: momenti, luoghi, volti, sensazioni.

 Importantissimi gli special guest che hanno arricchito la vostra musica. Chi sono e come li avete scelti?

Quando abbiamo iniziato a selezionare i brani del nuovo album, abbiamo notato che in generale i temi erano molto cantabili e quindi abbiamo avuto l’idea di espandere la nostra tavolozza di colori coinvolgendo vari ospiti, principalmente voci, di brano in brano. Le voci in termini musicali, sono le note che compongono un accordo. Questo concetto ci piace molto: ogni ospite con la sua voce o il suono del suo strumento (anch’esso è una voce), porta un carattere nuovo e diverso al nostro trio. I nostri guests sono tutti amici con cui c’è un rapporto di stima e collaborazione e sono stati scelti per le loro caratteristiche musicali che secondo noi potevano essere determinanti sui nostri brani. Sul brano “Partons” abbiamo coinvolto Petra Magoni (con cui avevo già collaborato all’album “Pagine Vere” con Michela Lombardi e Giovanni Ceccarelli) e Stephane Casalta, cantautore corso che ha anche scritto il testo del brano in francese e l’elsemble Tritonus di Perugia diretto dal Maestro Franco Radicchia. Su “Aymara” abbiamo ospitato i Cluster, quintetto vocale che si è fatto conoscere dal grande pubblico grazie alla partecipazione a XFactor e a svariate trasmissioni televisive. E Poi Alessia Martegiani, vocalist abruzzese che ha cantato il brano “Bebê, Esmeralda Sciascia sul brano “Baia” (autrice anche del testo in lingua Yoruba e poi gli strumentisti: Anais Drago al violino sul brano “Surat” e in ultimo ma non per importanza la combo Tina Omenzo al piano, Edmondo Romano al sax e Olmo Manzano alle percussioni, sul brano “Sal”.

“Voices” come si traduce dal vivo? In che modo lo presentate e vi presentate sul palco?

La trasposizione letterale dell’album in concerto è il quintetto che stiamo assemblando con Alessia Martegiani ed Esmeralda Sciascia come ospiti (entrambe presenti nel disco). La data zero il 26 marzo al teatro Modena di Genova per la rassegna “Jazz’n Breakfast”, a cui seguiranno concerti estivi. E poi continueremo anche a esibirci in trio che è la nostra matrice fondamentale.

Quali saranno i vostri prossimi passi?

Sicuramente la promozione del nostro album con i concerti: stiamo programmando un tour estivo/autunnale. E poi nuovi progetti, musicali e didattici..la macchina Esperanto non si ferma!

Marta Scaccabarozzi – 19 Media Agency