Ci vogliono due cose per coverizzare un brano come “Via con me” di Paolo Conte – in chiave punk per giunta: incoscienza e faccia tosta. Qualità che non mancano a La Santeria, band “punkautoriale” – come si auto definiscono – che oggi pubblicano proprio la loro versione di quella che è una delle canzoni italiane più famose ed apprezzate. E il risultato è tutt’altro che un fallimento. Ne parliamo con loro in questo scambio di domande e risposte a tratti taglienti e piene di carattere.
1 – La Santeria, bentrovati! Iniziamo a chiedervi come state e come vi sentite dopo la release del singolo Via con me.
Ci sentiamo un po’ più svuotati. Fare una cover è prendere un pezzo di realtà e un pezzo di te stesso e impastarli assieme. Crei qualcosa di nuovo ma hai ceduto agli altri una parte di te. Un po’ costoso, pensandoci bene.
2 – Una canzone di Paolo Conte. Cosa vi lega a questo grande della musica italiana?
Direi quasi niente. L’abbiamo scelta perché è una bella canzone e volevamo rovinare qualcosa di ben fatto perché, per noi, l’abbruttimento è sempre un’esperienza piacevole.
3 – Chi di voi ha avuto l’idea di questa cover e in che modo avete lavorato per farla vostra?
Mah guarda vorrei ricordarmelo. Credo – a sensazione – che sia stato Fede, il bassista, perché in genere le idee peggiori le ha sempre lui. È imbattibile in questo. Una volta selezionato il brano, l’abbiamo dato in pasto al Procedimento. Con la P maiuscola. Permettimi di dire ormai che è collaudato e infallibile. Funziona così. Innanzi tutto tentiamo di copiare il brano. Tipicamente non ci riusciamo ma, nel fallire, creiamo qualcosa di diverso. E completamente nostro. Abbiamo fatto del “non riuscire ad essere” una forma d’arte, trasformando una mancanza in un valore. Detto così sembra anche fico, invece è molto doloroso.
4 – In generale, come descrivereste il vostro genere a chi ancora non vi conosce?
Il genere che abbiamo fondato e di cui siamo tuttora gli unici esponenti si chiama punkautorato. Bello, no? Abbiamo totalmente rivoluzionato l’immagine del cantautore. Da ragazzotto un po’ sfigato con la chitarretta e lo sgabello, l’abbiamo fatto diventare un rocker bello e dannato che vive una vita sempre sulla cresta dell’onda, senza mai guardarsi indietro. Era certamente una cosa di cui si sentiva il bisogno.
5 – Dopo Via con me cosa arriverà?
Arriverà il successo, speriamo! Così possiamo abbandonare famiglie e i nostri lavori sfigati e fare le rockstar,altrimenti cosa serve tutta sta fatica?
6 – Grazie del vostro tempo! Salutate i nostri lettori a modo vostro
Dai supportiamo il punk. Per favore.