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“Il Diario dello Stupido” di Simone Berti è una ballad che si insinua nell’anima dell’ascoltatore con la delicatezza di un pennello su una tela vuota. Una combinazione di melodia avvolgente e testi penetranti.

Berti si apre in modo sincero e vulnerabile, raccontando la sua lotta con il dolore e il rimpianto di una perdita prematura. La decisione di definirsi “stupido” per non riuscire a trovare un modo adeguato per commemorare la persona amata aggiunge un elemento di umanità e autenticità al brano. È un’espressione di frustrazione e impotenza di fronte alla crudele imprevedibilità della vita.

La melodia coinvolgente avvolge le parole di Berti come un abbraccio. La traccia riesce a catturare il dolore e la nostalgia senza mai scadere nel patetico, ma piuttosto trasmettendo una sensazione di compassione e comprensione.

Nonostante il tema serio e malinconico, “Il Diario dello Stupido” offre anche un messaggio di speranza e resilienza. Berti ci ricorda che, nonostante la perdita e il dolore, i ricordi sono tesori preziosi che ci plasmano e ci rendono più forti. Sono la luce che guida il nostro cammino attraverso le tenebre della vita.

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