Fa un salto in avanti sicuramente Gianluca De Rubertis con questo lavoro che aspettavamo da tempo viste le numerose anticipazioni. Si intitola “L’equazione del destino” e, a parte una sua ricollocazione personale de “Era già tutto previsto” di Cocciante, il resto sono scritture nuove che possiamo leggere su vari piani e con diverse accezioni. Quale che sia il significato puro della parola destino, quale sia il suo personale rapporto con il dolore, la rabbia, la contemporaneità di estetiche e modi facili. In questo disco le liriche ricercano forme importanti e riescono a risolverla questa equazione… quantomeno ci hanno provato in modo egregio. Elegante. Maturo. Poeticamente severo a tratti… troviamo il tutto anche in vinile. Basta andare qui: http://sostieni.link/35402.
Ben ritrovato Gianluca. Un nuovo disco che sembra sposare a pieno la scelta della linearità, almeno nella scrittura melodica. Vero?
È sicuramente un album melodico, certo; non che nel pop mi pare accadano di frequente episodi noise… Non so se lo sento lineare, credo ci sia anche una spiccata orizzontalità. Ma se per lineare intendiamo il fatto che possa risultare di facile ascolto allora non solo sono d’accordo, sono anche molto felice che questo accada
Nei testi invece fai una ricerca interessante. Hai saputo davvero avventurarti oltre quel “pop” che fa tornare i conti. E comunque i conti sono tornati. Pensi che l’aspetto lirico così concepito metta un poco di distanza con l’ascoltatore medio oppure sia di stimolo?
Ti ringrazio; non mi pongo mai il problema dell’ascoltatore, non credo sia giusto accontentare un pubblico. Bisogna accontentare il proprio profondissimo e impalpabile sé. I propri significanti non sono mai univoci, dico sempre che un album, una volta uscito, non è più di chi l’ha scritto, ma di chi lo può ascoltare, di chi può trovare altri nuovi significati che erano nascosti nella tela dei testi.
Secondo te il cantautore oggi sta tornando a “stimolare” gli ascolti? Oppure siamo sempre in cerca di una trasgressione di forma?
Trasgredire significa semplicemente andare oltre. Ogni cosa che facciamo lungo il tragitto della nostra vita è trasgressiva, ci permette di andare avanti. Vivere è trasgressione pura. Il cantautore non è altro che un uomo che pensa e adatta i pensieri alla musica, non è molto diverso da un poeta. Ma oggi la poesia ha poca risonanza.
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