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Titolo allegorico sicuramente ma che racchiude dentro ogni tassello di Ashai Lombardo Arop in arte ALTROVE. Un moniker che cerca proprio di sfoggiare quel bisogno spirituale di vivere o di rifugiarsi in un altro luogo dentro cui il mondo segue regole più “normali”… probabilmente è il dilemma di ognuno di noi e di certo lei da tempo lo manifesta a gran voce attraverso un pop d’autore che oggi si veste anche di rock denunciando la violenza di genere nel singolo “Animali”. È un percorso in crescita, in salita e di un suono liberatorio. Bella l’intervista che segue…

Un titolo importante e severo. Anzi violento. Non è vero che siamo in fondo tutti animali?

Sì lo siamo! E la parola animali qui è utilizzata propriamente in senso etologico. Avrei preferito utilizzare ‘bestie’ ma a livello metrico-ritmico non è stato possibile ed allora mi sono appellata alla nostra appartenenza di categoria innanzitutto, il regno animale, poi alla parte più brutale della categoria animale, quella che, priva della sfera culturale, sociale e intellettuale, vive in virtù della pura sopravvivenza della specie, quella parte bestiale, che a volte mangia i suoi piccoli, stermina i suoi pari, vive secondo biologia, con al differenza che loro vivono secondo istinto senza fregiarsi di superiorità e senza l’ambizione di governare il mondo. Invece noi esseri umani ci fregiamo di essere tanto migliori dei colleghi animali da addirittura imprigionarli schiavizzarli ammazzarli e mangiarli, eppure anche noi a volte sterminiamo e viviamo in preda gli istinti più beceri e secondo necessità di sopravvivenza individuale. Questi atti di violenza, in ogni atto di violenza, vedo ben poca superiorità intellettuale e tanta tanta bestialità della più bassa lega.

Un tempo storico dentro cui la donna è vittima. Secondo te quali sono le cause?

La donna non è vittima. La donna è bersagliata, per la sua natura che racchiude tantissime sfaccettature e tanto potere da terrorizzare l’uomo nei secoli dei secoli, e quindi resa vittima e non in questo momento storico ma da diversi millenni… ci vorrebbe ora un tratto storico-socio-antroplogico per rispondere a questa domanda in maniera esaustiva… per ora posso dire in linea generale che la violenza è uno strumento di potere e supremazia, oltre che di sfogo e di riscatto; è dappertutto! Da quella più sordida a quella più esplicita, la violenza sottende alle nostre vite come il sangue scorre nelle nostre vene… basti andare un quarto d’ora in bicicletta nelle strade del centro di Roma per rendersene conto… e la violenza sulle donne è il prodotto di una società violenta, di uomini che vivono in un mondo di violenza alla quale fin da bambini sono stati esposti come se fosse la normalità.

Che potere ha la canzone in tutto questo?

La mia canzone? O la musica in generale? La mia canzone non lo so, dovrei chiedere a chi ascolta. A me personalmente ha dato la possibilità di convogliare la rabbia e l’impotenza che sentivo difronte a tutto ciò che accadeva e metterla in una forma che potesse in qualche modo essere più utile del mio inerte rimuginare. La musica in generale invece credo abbia un potere immenso nel trasmettere ideali e cambiare coscienze. La musica ha un ascendente sociale. Lo si capisce da quanto il look delle cantanti e i cantanti di turno possano agire sulla moda del momento o la loro vita privata diventi un modello negativo o positivo per migliaia di adolescenti e non. Però la sua influenza viene utilizzata in questo modo appunto, tenendo esposta la sua parte più frivola e limitando così la possibilità di influenzare in maniera tanto efficace su altre tematiche e altre questioni che non siano una marca di automobile o una vacanza trandy. Questo è il motivo per il quale mass-mediaticamente ciò che ci bombarda ad ogni giro di stagione dalle radio in maniera ossessiva è quella parte della musica con contenuti frivoli e viene lasciato molto meno spazio a quella di natura più riflessiva ad esempio, o più politica perché no. La musica e l’arte sono strumenti potentissimi, sia in termini di guadagno che in termini di diffusione delle idee …non è vero che con l’arte non si mangia, con l’arte mangerebbe tutta l’Italia in rapporto al patrimonio artistico immenso che abbiamo … ma preferiamo puntare sugli chef, che sono artisti e il cibo italiano è patrimonio dell’umanità, ma è la forma d’arte che riempie la pancia e annebbia il pensiero e comunque solo una parte del nostro potenziale. Se anche le altre forme d’arte fossero spinte come lo è la cucina, estingueremmo il debito pubblico. L’arte che fa pensare è valorizzata da chi non vuole tenere la popolazione sottovuoto a uso e consumo di pochi.

Arriverà il nuovo disco di Altrove?

Spero davvero presto! Ho tantissimo materiale e sono già al lavoro. Ma probabilmente farò uscire un altro paio di singoli prima che il disco sia pronto, perché purtroppo e come ben sapete, questi sono i tempi lenti imposti dalla condizione di ultra-indipendente.

https://open.spotify.com/intl-it/track/67u7rIfhYCdFsuXcmYx688?si=2978c57ea0864763