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Il palco del Monk di Roma si prepara ad accogliere Federico Dragogna, Michele Esposito, Davide Autelitano e Marco Ulcigrai: i Ministri tornano nella Capitale per un concerto che si preannuncia incendiario, tra chitarre ruvide, testi incisivi e la consueta energia che ha reso la band milanese una delle più apprezzate della scena alternativa italiana.

Musica dal vivo in bilico: la crisi dei live club

Ma mentre la band continua a portare in giro la propria musica, il mondo dei live club vive una delle crisi più profonde della sua storia. Luoghi simbolo della musica dal vivo stanno chiudendo i battenti, soffocati da difficoltà economiche, burocrazia e dalla competizione con i grandi eventi organizzati dalle multinazionali dello spettacolo.

Spazi storici come “Spaziomusica” di Pavia e “Le Scimmie” di Milano hanno dovuto arrendersi, mentre altri resistono a fatica, sostenuti dalla passione di chi crede ancora nella musica suonata a pochi passi dal pubblico. KeepOn Live, associazione di categoria, denuncia l’assenza di tutele per queste realtà, che faticano a sopravvivere tra costi sempre più alti e ricavi sempre più esigui. Il risultato? Un impoverimento del tessuto musicale, con sempre meno spazi per artisti emergenti e una scena musicale sempre più dominata da fenomeni mainstream.

I live club: fucina di talenti e spazi di aggregazione

I live club non sono solo luoghi di spettacolo, ma vere e proprie palestre per gli artisti e centri di aggregazione per il pubblico. In passato, erano il trampolino di lancio per le band, il punto d’incontro tra musicisti e pubblico, dove si affinavano suoni e attitudini. Oggi, invece, il sistema sembra favorire la viralità social e i grandi eventi, lasciando indietro i circuiti indipendenti.

Eppure, nel sottobosco, la voglia di musica dal vivo è più viva che mai. Lo dimostra il Monk, che continua a proporre concerti di qualità e a sostenere la musica originale. E lo dimostrano artisti come i Ministri, che nonostante le difficoltà del settore, continuano a scegliere i club per portare la loro musica al pubblico. Una scelta che è anche una dichiarazione d’intenti: la musica dal vivo ha ancora un valore e merita di essere difesa.

L’ultimo spenga la musica, ma speriamo che non accada troppo presto.

 

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