Con “LICHEN” i ZURARA firmano il loro debutto discografico, anticipando POSTLUCE, il primo album ufficiale in uscita nei prossimi mesi. Un esordio non timido ma frontale: il brano è una dichiarazione estetica, un varco d’ingresso netto e pulsante nel territorio sonoro della band.
Registrato al Piccolo Cobra Studio di Roberto Cammarata, con la direzione artistica di Gioele Valenti (JuJu, Herself) e il supporto tecnico di Danilo Romancino, “LICHEN” costruisce sin dal primo ascolto un’identità precisa: ritmiche serrate, chitarre taglienti, densità rumoristica e una tensione che non molla mai la presa.
L’immaginario del brano: corpo, ferita, contemporaneo
Il titolo racchiude un doppio simbolismo:
— il lichen come malattia che brucia e corrode il corpo
— i licheni come organismi antichi che assorbono tutto ciò che sfiorano
Da questo dualismo nasce la metafora centrale del pezzo: la contemporaneità come organismo infiammato, ferito da un tardo-capitalismo percepito come disturbo cronico. Le parole, cariche di immagini arcaiche e oniriche, scavano negli strati emotivi più profondi, mentre la musica — ruvida, densa, in costante espansione — rende incandescenti ogni suono e ogni verso.
La band e la scrittura
“LICHEN” è scritto da Antonino Sileci, che compone insieme a Sergio Sannasardo.
I ZURARA sono:
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Antonino Sileci – voce, chitarra
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Sergio Sannasardo – chitarra
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Carmelo Bellini – basso
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Giusto Correnti – batteria
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Salvatore Di Giunta – synth e cori
La direzione artistica è di Gioele Valenti, mentre mixing e registrazioni sono di Danilo Romancino. Il mastering è firmato da Alessandro “Gengy” Di Guglielmo.
Chi sono i ZURARA
Nati nel 2024, i ZURARA costruiscono un linguaggio post-rock che unisce stratificazioni timbriche, distorsioni controllate, texture noise e strutture aperte, lontane dai classici binari strofa-ritornello. Una ricerca che dialoga con i riferimenti della band — Verdena, Marlene Kuntz, Afterhours, CCCP, Nirvana, Queens of the Stone Age, The Black Angels — senza mai rinunciare a un’identità personale e materica.“
LICHEN” inaugura così un percorso che promette di espandersi, ferire, crescere: un primo passo che è già manifesto.


