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Dal 18 aprile è inoltre disponibile il libro di Vincenzo Greco “Il tempo moderno e i suoi inganni. Riflessioni critiche nella musica: Ferretti, De André, Battiato, Waters”, edito da Arcana Edizioni, con prefazione di Paolo Benini. Il libro è accompagnato dalla rilettura di Greco de “La domenica delle salme” di Fabrizio De Andrè e Mauro Pagani, in uscita il 18 aprile su tutte le piattaforme digitali per Dialettica Label/Tunecore. 

Nel brano il basso è suonato dal musicista e produttore Salvatore Papotto. 

A quiet day, interamente composto da Vincenzo Grecoè un disco strumentale vicino, sia per impostazione compositiva che per sonorità e strumentazione, alla musica classica, con qualche minimo e appena percepibile sprazzo di elettronica.

Nasce sulla scia delle sonorità di “All’improvviso. Canzoni lievi” (Dialettica Label/Tunecore/La Stanza nascosta Records), essendone quasi un proseguimento sonoro senza l’ausilio delle parole. Non a caso il penultimo disco si chiude con un “Finale aperto” che- contemporaneamente- conclude il disco e lascia una porta aperta verso il suo stesso sviluppo. Quel seguito è proprio A quiet daymusica– nella definizione dell’autore- sfrondata dalle parole

Se in “All’improvviso. Canzoni lievi”- racconta Vincenzo Greco– c’è un alternarsi di oscurità e luce, in “A quiet day” vi è, invece, un continuum tra queste due polarità, con prevalenza della luce, che riesce a fare capolino anche nei momenti notturni. 

Il disco intende evocare l’arco di una intera giornata, tanto che si chiude con gli stessi suoni di apertura, proprio a rendere la circolarità del susseguirsi delle giornate. 

Una RingKomposition sonora, una partitura circolare che intreccia, senza soluzione di continuità, percezione e natura, scandita da un particolare metro, da una peculiare armonia e da una sua agogica.

L’album- spiega Greco-è diviso in sei parti, corrispondenti a quelle della giornata, dall’alba alla notte. I titoli sono in inglese per corrispondere al suo maggiore respiro internazionale e perché, considerando che la mia pronuncia anglofona non è molto buona, ed essendo un disco senza neppure una parola cantata, è l’unica occasione che ho di poter fare un disco in inglese. 

La particolarità del disco è che le singole parti sono state tutte composte e registrate nel preciso momento evocato dal titolo del singolo brano. Compreso “Sunset”, per la cui composizione e registrazione sono rimasto sveglio attendendo l’alba. 

Il disco- prosegue Greco– scorre via in modo sereno, coerentemente con il titolo che, già di suo, rimanda a una giornata tranquilla e quieta. Ci sono alcuni momenti di inquietudine, soprattutto durante la notte, e punte di malinconia, soprattutto al tramonto, ma si risolvono sempre in una armonia il cui scopo è evocare e mettere in contatto la profondità del proprio essere con il lento e continuo trascorrere del tempo. 

L’ascolto di “A quiet day”, proprio per la sua libertà sonora e l’affrancamento dalle parole, può fare da colonna sonora a vari momenti della giornata. Se ascoltato per intero, come suggerisco – dura anche poco, 26 minuti circa – se ne può uscire rasserenati e leggeri, con la voglia di risentirlo, prendendo quel tempo che pare essere sempre più negato e ridotto. 

A quiet day è l’ultimo atto, in ordine di tempo, di una produzione musicale che, insieme a quella videonarrativa e saggistica– è in uscita oggi, per Arcana Edizioni, anche il libro “Il tempo moderno e i suoi inganni. Riflessioni critiche in musica: Ferretti, De André, Battiato, Waters”– ha come nucleo fondante è la critica ragionata del moderno e delle derive dell’ iperconsumismo capitalista.

Il tempo moderno– scrive Greco nell’Introduzione al nuovo libro- ha costruito la paura del silenzio e del vuoto facendo leva sui timori più reconditi di chi non riesce a capire che invece silenzio, solitudine, tempi lunghi, contemplazione, meditazione possono costituire una salvezza e non qualcosa da temere e rifuggire. 

Sia “A quiet Day” che “Il tempo moderno e i suoi inganni(…)” vogliono essere un incoraggiamento al recupero di quella dimensione umana, emozionale e spirituale tanto cara all’autore, attraverso domande, provocazioni, percorsi e qualche risposta fatta anche di silenzio.  

Ma cosa mai avranno in comune autori così lontani come Battiato, Waters, Ferretti e De André? 

Questo libro li fa dialogare tra loro, rispettando la grande diversità delle loro angolature, intorno al tema delle storture del tempo moderno: chi pensando ad un’altra velocità, chi cantando le solitudini degli emarginati, chi disperandosi per le violenze delle guerre, chi prendendo di mira il consumismo e la legge ferrea del produci-consuma-crepa; tutti aspirando a un ritorno alla natura umana e alle proprie origini, qualcuno guardando verso Dio. 

Questo libro parla, prendendo spunto dai brani più profetici degli autori citati, di come sono diventate le nostre vite: sempre più affrettate, mille cose da fare, mille stimoli da elaborare, mille messaggi a cui rispondere all’istante. Il tempo moderno ci aveva promesso più tempo libero, più libertà, pace, democrazia e in qualche caso addirittura la felicità. E invece ci ritroviamo controllati, seguiti ovunque, alienati, con meno diritti, violentati dalle guerre, schedati, sempre più dipendenti dagli smartphone e ora addirittura sostituiti dall’intelligenza artificiale, persino nei processi creativi artistici. 

Eppure quei quattro lì, ciascuno a modo suo, ci avevano avvertito. (Vincenzo Greco)

“Il tempo moderno e i suoi inganni. Riflessioni critiche in musica: Ferretti, De André, Battiato, Waters” non è l’ennesimo saggio socio-filosofico sulle derive del modernismo, ma un dialogo fortemente inedito e dialettico tra la percettività di Greco, tra quelli che sono i suoi nodi sensibili– potremmo dire i suoi trigger points, prendendo in prestito una terminologia scientifica- e la produzione dei quattro autori citati; uno scritto insurrezionale, punteggiato di riferimenti musicali, al crocevia fra pensiero critico e pensiero creativo.

A proposito della rilettura de “La domenica delle salme”, che accompagna l’uscita del libro, Vincenzo Greco racconta: 

Erano almeno 20 anni che volevo fare una versione a modo mio di questo capolavoro, ma non ne ho mai avuto il coraggio, anche perché non avevo ancora un “modo mio” così individuato. Poi è successo che un pomeriggio ho mandato alla mia casa editrice, Arcana, il “visto si stampi” del mio nuovo libro “Il tempo moderno e i suoi inganni. Riflessioni critiche in musica: Ferretti, De André, Battiato, Waters” e mi sono accorto che proprio “La domenica delle salme” è uno dei brani da me più considerati per svolgere il mio discorso sugli inganni del potere e del consumismo capitalista. E mi sono sentito finalmente pronto – un po’ perché nel frattempo ho definito una mia cifra stilistica e un po’ perché scrivere su questo brano me lo ha fatto entrare ancora più dentro. Mi metto allora sugli strumenti e tiro fuori questa versione in modo naturale, senza pensare che avevo a che fare con un brano intoccabile, anzi trattando l’arrangiamento quasi come fosse un mio brano, nella consapevolezza che un testo del genere, un po’ come è accaduto con certe profezie di Pasolini, ci dice ancora tanto di quello che è successo e che, temo, succederà. 

Il verso sulla scimmia del Quarto Reich, per esempio, mi mette i brividi, per la sua capacità profetica di quello che sta realmente avvenendo. Dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale l’argomento della guerra di aggressione, almeno su larga scala (le guerre locali non sono mai finite), è stato considerato un tabù; ora invece si sta tornando a parlare di guerra con una disinvoltura, quasi un senso di ineluttabilità, che trovo allarmante. E’ come se l’aumento della distanza temporale di certi eventi e certe ideologie, soprattutto quelle nazi-fasciste, abbia aiutato a stemperare la loro gravità. Ed è così che ci ritroviamo un bel po’ di personaggi ambigui, con pochi studi e altrettanta poca sostanza, a prendere le grandi decisioni sul genere umano e sul mondo, nascondendosi dietro una democrazia che in realtà non ha più nulla di democratico (neppure formalmente). Sono saliti al potere approfittando della democrazia, e ora la violentano. 

De André parlava già nel 1990 di questa oligarchia fatta passare per democrazia in una sorta di colpo di Stato silenzioso, avvenuto con il favore del gas esilarante emanato in varie forme dai programmi televisivi, dalla stampa asservita al potere e dai cantori di regime, compresi quei cantautori che dall’impegno sono passati al disimpegno pop ed easy listening fatto di balletti, party e ripiegamento nel privato. 

Di De André si sono rifatti molti brani, ci sono miriadi di cover band che girano teatri e locali con grande capacità musicale ma che raramente fanno emergere la sua fortissima carica politica e anarchica (così è successo anche nella fiction Rai a lui dedicata). Non a caso “La domenica delle salme” è stata spesso non considerata perché non è facile cantare certi versi, e non solo da un punto di vista metrico. Rischi di alienarti una parte del pubblico, quello che vuole “La canzone di Marinella” o al massimo “La buona novella”, ma che non gradisce certi discorsi politici. Ma De André è stato soprattutto graffio al potere, sia direttamente che, come scrivo nel mio libro, indirettamente. Nel mio piccolissimo, ho ritenuto persino doveroso riprendere questa canzone e questo aspetto di De André, che trovo sempre più attuale e importante da conservare. 

BIO

Vincenzo Greco, nato a Vibo Valentia e quasi sempre vissuto a Roma, è cantautore e artista multimediale. Conosciuto col nome d’arte di Evocante, ha già all’attivo gli album “Di questi tempi”, Dialettica Label 2022; “Fino a tardi. Viaggi sonori con Battiato”, Dialettica Label, 2023; “Siamo esseri emozionali”, Dialettica Label, 2024 e i singoli “Troppo/Poco”, Dialettica Label, 2022 e “Lode all’inviolato”,Dialettica Label, 2023. 

“All’improvviso- Canzoni lievi” è il suo quarto album.

Ha dedicato vari studi a Franco Battiato culminati nel libro “Battiato. Una ricostruzione sistematica. Percorsi di ascolto consapevole”pubblicato da Arcana Edizioni, Collana Musica, nel 2023, in contemporanea con l’uscita dell’album “Fino a tardi. Viaggi sonori con Battiato”.

Vincenzo Greco ha realizzato anche due video-racconti musicali (“Solo cose belle”, 2013 e “LiberAzione”, 2015, ambientato in Islanda) e un docufilm (“ E noi ficimu a facci tanta. Una reazione Vibonese”, 2018). 

L’11 e 12 ottobre  ha debuttato al TeatroBasilica di Roma il nuovo spettacolo dell’autore, L’infinito fra le mani – Spettacolo su temi proposti da Franco Battiato, che ha fatto registrare un doppio sold-out.

Riferimenti Utili

Sito: https://www.vincenzogrecoevocante.it/

Fb: https://www.facebook.com/evocante

https://www.facebook.com/vincenzo.greco.92

Ig: https://www.instagram.com/evocante/

YouTube: https://www.youtube.com/user/gadamer13

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