Ci sono dischi che nascono di getto e altri che, come la lava sotto la superficie, scorrono silenziosi per anni prima di emergere. Prato Lavico, il nuovo progetto di Silvia Lovicario, appartiene alla seconda categoria: un lavoro che affonda le radici nell’inconscio, nutrito da ansie, sogni infranti e paradossi esistenziali, per poi sbocciare come fa la vita sulla cenere vulcanica.
Le canzoni di Prato Lavico hanno preso forma nell’arco di cinque anni, lontano da sguardi indiscreti, in un tempo sospeso in cui ogni nota e ogni parola ha trovato il proprio spazio per respirare. È un album che parla di gestazione e rinascita, di quel momento in cui le emozioni non possono più restare sotto pelle e decidono di liberarsi, senza più il peso delle aspettative.
Il percorso creativo di Silvia si è intrecciato con quello dell’artista Laura Micieli nel progetto UMBRA – Song Comics, un esperimento tra musica e illustrazione sviluppato durante la residenza artistica al Borgo degli Artisti 2.0 di Bienno, in Val Camonica. Un contesto che ha dato nuova linfa al suo mondo sonoro, trasformando le idee in un’esperienza multisensoriale.
Musicalmente, Prato Lavico si muove tra alternative rock, suggestioni pop, atmosfere quasi ambient, ma con una chiara anima cantautorale e una forte ricerca poetica. Non è solo un disco da ascoltare: è un viaggio introspettivo. Si parte in punta di piedi, nel silenzio della riflessione, per poi lasciarsi trasportare da un crescendo sonoro che accompagna l’ascoltatore dentro sé stesso.
Silvia Lovicario non è una voce qualsiasi. La sua musica è il riflesso di una formazione eclettica, nutrita da icone senza tempo come Aretha Franklin, Mina, Patti Smith, David Bowie, ma anche da suggestioni contemporanee come Anna Calvi, Bon Iver, Agnes Obel, fino a sfiorare i territori sperimentali di Hiatus Kaiyote e Portico Quartet. Un mosaico di influenze che si fondono in uno stile personale, sospeso tra rock, soul, indie e una costante tensione verso l’esplorazione.
“Mi piace farmi trasportare dai suoni e dalle parole, per poi analizzare il flusso e condurlo verso una forma più vicina alla canzone. La musica è il mio biglietto per l’inconscio.”
Ed è proprio questo il cuore di Prato Lavico: non un semplice album, ma un passaggio segreto verso le profondità dell’anima. Un invito a perdersi per ritrovarsi, tra le ceneri e i fiori che solo il tempo e la consapevolezza sanno far sbocciare.
Silvia Lovicario ci prende per mano e ci accompagna in questo viaggio sonoro, dove ogni traccia è una tappa verso la liberazione interiore. Perché, come la terra che rinasce dopo l’eruzione, anche dalle ferite può nascere nuova bellezza.