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Alcune canzoni sono confessionali. Altre sono catartiche. E poi ci sono quelle rare che riescono a essere entrambe — intime come un sussurro e liberatorie come un grido. È proprio in questo territorio emotivo che si inserisce “GTFO (Homebreaking)“, il nuovo singolo della cantautrice Luiza Girardello, pubblicato sotto l’etichetta Za Music, diretta dalla cantante e imprenditrice Zabelê Gomes, con distribuzione di Musikorama Music in collaborazione con New Music Brasil.

Con un’estetica che attraversa il rock progressivo contemporaneo, arricchita da elementi di jazz e pop minimalista, Luiza offre non solo una canzone, ma un vero viaggio emotivo con un inizio, uno sviluppo e una fine. L’arrangiamento — che parte con dolcezza, sostenuto dal basso, da tocchi leggeri di chitarra e da piatti appena accennati — accompagna il risveglio di chi si libera da una trance emotiva. La voce di Luiza entra dolce, quasi timida, come chi sta ancora affrontando le crepe interne lasciate da una presenza invadente. Ma quella dolcezza lascia presto spazio alla forza. Il brano cresce, si impone, esplode. L’arrangiamento rivela il suo lato progressivo, denso e tecnicamente raffinato, senza però mai sovrastare il dolore e la determinazione del testo.

Questo equilibrio tra intensità emotiva e raffinatezza musicale non è frutto del caso. Tutti i brani di questo progetto sono stati coprodotti da Luiza insieme a João Vitor Costa Dias, che ha anche firmato gli arrangiamenti. L’intesa creativa tra i due è evidente: gli arrangiamenti sembrano respirare insieme al testo, lasciando che ogni emozione trovi il suo spazio. João Vitor, oltre al talento tecnico, apporta un ascolto sensibile e collaborativo, fondamentale per tradurre la profondità lirica in strati sonori ricchi di sfumature.

GTFO (Homebreaking)” è, prima di tutto, un racconto di invasione e resistenza. Il testo utilizza la metafora della casa come estensione del sé — un simbolo di intimità e di territorio emotivo. Qualcuno non invitato ha “rubato la chiave” ed è entrato in quello spazio “senza pagare l’affitto”, diventando un parassita dell’identità del narratore. Ma non si tratta solo dell’invasione: si tratta del momento in cui si decide di interrompere il ciclo.

“You made me feel like my place / Wasn’t my own“, ripete Luiza, in una sorta di mantra nel ritornello. Una frase semplice ma devastante nella sua chiarezza. Chiunque si sia mai sentito annullato o silenziato all’interno di una relazione capirà esattamente di cosa sta parlando.

Forse il verso più emblematico è quello in cui l’artista afferma:

“It’s not my job to fix you or to even try to understand.”

È in questo momento che la canzone si trasforma. Dal dolore nasce il discernimento. Dal senso di colpa nasce un limite. La protagonista non solo riconosce il caos che le è stato imposto, ma si rifiuta finalmente di portarne il peso.

Il titolo del brano — che gioca con l’acronimo “GTFO” (“Get The F*ck Out”) e il termine “homebreaking” — suggerisce fin da subito che questa non è una canzone destinata a passare inosservata. Ma l’impatto non sta nella volgarità, bensì nella liberazione. Luiza riesce a dosare rabbia e raffinatezza, l’energia del rock progressivo e le sfumature del jazz, il dolore e l’eleganza. La sua interpretazione porta le tracce di chi ha vissuto tutto ciò — e ora, con il microfono in mano, si rifiuta di ripetere l’esperienza.

Non è un caso che l’artista stia emergendo come una nuova voce nella scena alternativa brasiliana, accanto a nomi come Luedji Luna, Duda Brack e Bruna Mendez, che navigano liberamente tra generi e narrazioni profonde. Luiza, tuttavia, percorre una strada autentica e personale: testi affilati, sensibilità melodica e un’interpretazione vocale capace di passare con naturalezza dal sussurro al grido.

La presenza di Zabelê Gomes come curatrice artistica e produttrice esecutiva testimonia l’attenzione e la cura riposte in questo progetto. Con una carriera consolidata come cantante e un occhio attento da imprenditrice, Zabelê offre a Luiza non solo una struttura professionale, ma anche uno spazio sicuro per creare. E questo si percepisce in ogni dettaglio della musica: nulla appare affrettato, tutto appare necessario.

Con questo singolo, Luiza Girardello non offre solo una nuova canzone, ma un vero rito di passaggio emotivo. Trasforma un episodio doloroso in un’opera d’arte — non per romanticizzarlo, ma per esorcizzarlo. E così facendo, permette agli altri di riconoscere le proprie ferite e trovare il coraggio di andare avanti.

Perché a volte, crescere significa proprio questo: imparare a dire “questa casa è mia, e tu non entri più.”

🎶 Ascolta ora!

Lasciati trasportare dalla forza e dalla delicatezza di “GTFO (Homebreaking)” e immergiti in questa esperienza sonora unica.

🔗 Ascoltala qui: https://bfan.link/gtfo

Segui Luiza Girardello:

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