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Da mercoledì 29 ottobre sarà disponibile in streaming, digitale e CD “Invisible Cities” (Abeat Records, distribuzione Believe) di Luigi Martinale Quartet, formazione che annovera parte della miglior scena jazz internazionale. Ad affiancare il pianista e compositore Luigi Martinale troviamo Stefano Cocco Cantini al sax tenore e soprano, Yuri Goloubev al contrabbasso e Zaza Desiderio alla batteria. Con loro l’Orchestra da Camera Conservatorio Ghedini di Cuneo, diretta dal maestro Bruno Mosso. Il lavoro mescola musica classica e jazz, con sonorità curate, ariose, dal forte impatto lirico, impreziosite dal linguaggio improvvisativo degli straordinari interpreti. Un’operazione di grande classe, dal suono rifinito e con arrangiamenti ricercati e impattanti, composta da otto tracce originali e ispirate a “Le città invisibili” di Italo Calvino.
Luigi Martinale commenta così il lavoro: Un turbine di idee è nato dalla lettura di “Le città invisibili”, una raccolta di racconti di Italo Calvino, pubblicata nel 1972. Marco Polo descrive all’imperatore Kublai Kan i suoi viaggi attraverso città che sono reali soltanto in una memoria alterata da suggestioni e incanti per qualcosa che forse non è mai esistito. Non sono Marco Polo, ma le sue parole mi hanno portato in luoghi dell’anima e della psiche, a me invisibili fino a quel momento.
“Invisible Cities” è anticipato il 2 ottobre dal singolo “Les Fleurs de Jasmin”, che rimanda ad un Marco Polo inebriato dal profumo dei fiori di gelsomino, come fossero parole o suoni jazz, e il 12 ottobre dal successivo “Chichita’s Wedding”, nel quale la musica narra del matrimonio cubano di CalvinoconEsterh Judith, da lui amabilmente chiamata Chichita.
“Invisible Cities” è stato composto e arrangiato da Luigi Martinale. Registrato, mixato e masterizzato da Alberto Macerata pressoStudio PLAY. Editing Testone Studio, Artesuono Recording Studio, Studio PLAY, Digitube Studio. Cover diChiara Crepaldi. Design diMarina Berbensi. Prodotto daAbeat Records.

Luigi Martinale
La sua formazione musicale ha seguito due strade: la musica classica e la musica afro-americana. Concentra l’aspetto espressivo del suo lavoro sia sul versante pianistico sia su quello compositivo e dell’arrangiamento, come testimoniano le sue numerose incisioni discografiche. Ha collaborato con Fabrizio Bosso, presente in tre suoi CD, mentre in trio, con Drew Gress, ha registrato gli album “Sweet Marta” e “Le Sue Ali”. Durante la sua attività professionale, ha collaborato con Paolo Fresu, Drew Gress, Tiziana Ghiglioni, Flavio Boltro, Reuben Rogers, Anne Ducros, Gianni Basso, Emanuele Cisi, Gianni Coscia, Eddy Palermo, Tom Kirkpatrick, Felice Reggio, Alfredo Ponissi, Amanda Carr, Maria Pia De Vito, Tino Tracanna, Alberto Mandarini. Da dieci anni guida il suo quartetto, con il sassofonista Stefano Cocco Cantini, il bassista Yuri Goloubev e il Batterista Zaza Desiderio. Conosciuto ed amato dal pubblico giapponese, ha registrato cinque dischi per etichette del Sol Levante, dove, nel 2012, ha suonato in un tour di concerti per piano solo. Collabora con il bassista Reuben Rogers, con cui ha registrato Strange Days e Face The Music. Nel 2016 è stato chiamato dal M° Claudio Fenoglio, direttore del Coro del Teatro Regio di Torino, per collaborare con il suo Trio e con il Coro di Voci Bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi” di Torino; la collaborazione ha condotto alla realizzazione di Sundial’s Time, premiato dal Bando Siae Per Chi Crea. La sua discografia vede 15 dischi come leader. È titolare della cattedra di Pianoforte Jazz presso il Conservatorio “Ghedini” di Cuneo.
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