In questa società sempre più frenetica e sempre più digitalizzata è importante ogni tanto prendersi una pausa e soffermarsi sulle piccole semplici cose che rendono la vita meravigliosa.
Questo il cuore di “The Best is Yet to Come”, nuova traccia di LightHouse.
La canzone è un inno al sole, al tepore della primavera, quando endorfine e serotonina provano a risorgere e la ricetta per prendere un po’ di fiato all’aria è semplice: alzarsi, camminare un po’, bere ad una fontana e guardare i giochi di luce riflessa. Alla fine fare almeno un pensiero felice, che faccia sorridere…
“dopo tutto, il sorriso è il migliore dei make up!”
E proprio questa necessità viene raccontata anche nel videoclip ufficiale che accompagna la traccia.
LIGHTHOUSE è il punto di riferimento. LIGHTHOUSE ci salva. LIGHTHOUSE ci rassicura. LIGHTHOUSE è complesso perché per creare nuove strade ci sono molti modi. E noi architettiamo ogni soluzione per rinascere, per ricrearci.
Il nome è apparso dal nulla, ma completamente perfetto: un elemento di salvataggio dedicato a chi ha perso la direzione, a chi è in tempesta, a chi non vede altro; composto da la parola LIGHT, che si definisce da sola, e la parola HOUSE, altrettanto.
Abbiamo cominciato a concepire la nostra musica assecondando le sensazioni che il cervello dava. Per ogni emozione lasciavamo che il flusso si dirigesse dove voleva, scavando e creandosi da sé la strada. Forse per destino o forse perché funziona meglio così, tutte le strade hanno scelto di avere una cosa sola in comune, il GROOVE.
La musica come creazione, la musica come trasformazione. Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.
Anche l’uso della voce ha risentito della situazione, le scelte stilistiche si sono modellate sul feel. E quando questo è successo abbiamo pensato che effettivamente aveva un senso: non è la musica al nostro servizio, siamo noi al servizio della musica. Lei arriva, insegna, dimostra. Sta a noi tradurla nel modo giusto.
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