Dopo l’uscita a giugno dell’EP “Mercimek Days” che sanciva l’inizio della collaborazione con la storica etichetta bolognese Trovarobato, il duo Hate Moss presenta il singolo “Mentiras”, primo estratto dal nuovo album di prossima pubblicazione.
Cantato in spagnolo, “Mentiras” conferma la vocazione apolide di Tina Galassi e Ian Carvalho. Il brano nasce dall’incontro tra elettronica, suoni sudamericani e attitudine post-punk, fondendo mondi lontani in un linguaggio sonoro unico, tra coordinate electroclash, ritmiche serrate, bassi distorti e voci filtrate.
Scritto durante il loro tour in Sud America tra Cile, Argentina e Uruguay, “Mentiras” trae ispirazione dalla lingua e dallo slang assorbiti sui palchi condivisi con numerose band locali.
Questa esperienza diretta ha avuto un impatto decisivo sulla costruzione del brano: attraverso incontri, interviste e scambi con musicisti e produttori del luogo, Hate Moss ha raccolto materiali sonori, vinili e registrazioni che sono poi diventati punti di riferimento nella fase di composizione.
I loop andini, con la loro ripetizione circolare e rituale, si intrecciano ai beat spezzati e aggressivi della cumbia HC punk, generando un paesaggio sonoro in continua tensione tra radice e distorsione, spiritualità e rumore.
Così Tina e Ian presentano questo nuovo brano: “Mentiras critica l’involuzione delle ultime due generazioni, dovuta a un sistema capitalista e neoliberale.
Questo tipo di società ha creato falsi dèi, distorcendo i valori fondamentali e rendendo le nuove generazioni ignoranti e deboli, pronte a credere a qualsiasi menzogna, per quanto incredibile.
Ne deriva un arretramento sociale che cancella le conquiste del secolo scorso — come i diritti dei lavoratori e quelli femministi — facendoci tornare indietro di cent’anni”.
“Mentiras”, disponibile da oggi su tutte le piattaforme digitali, mantenendo l’anima critica e disillusa propria degli Hate Moss, non si limita a descrivere un disagio sociale, ma lo traduce in movimento, vibrazione, corpo: è una denuncia che si trasforma in gesto sonoro dove ritmo, voce e saturazione diventano strumenti di resistenza e affermazione.



