Con “L’Ultima Sigaretta”, Costanzo Del Pinto apre un nuovo capitolo del suo percorso artistico, segnando un ritorno alle radici, alla sincerità e alla libertà espressiva. Dopo le esperienze televisive e le collaborazioni con grandi artisti, il cantautore molisano sceglie la via più difficile e più autentica: quella della verità.
Nel nuovo progetto “CoST”, ogni parola diventa confessione, ogni nota un gesto di rinascita.
In questa intervista ci racconta cosa significa lasciare andare, riscoprire se stessi e ricominciare da capo, senza maschere.
Intervista a Costanzo Del Pinto
1. “L’Ultima Sigaretta” sembra un addio ma suona come una rinascita.
C’è stato un momento preciso in cui hai capito che lasciar andare era l’unico modo per ripartire?
Sì… c’è stato un momento in cui ho proprio sentito che non ce la facevo più a tenere tutto dentro. Stavo portando pesi che non erano più miei: persone, paure, aspettative… e anche versioni di me che ormai non esistevano più.
A un certo punto ho capito che per ricominciare dovevo smettere di trattenere tutto. Lasciar andare non è stato facile, ma è stato necessario. “L’Ultima Sigaretta” è nata proprio lì: in quell’istante in cui capisci che devi perdere qualcosa per tornare a respirare.
2. Nel brano c’è molta verità, anche quella che arriva “troppo tardi”.
Quanto è difficile per te scrivere senza filtri, sapendo che ogni parola ti espone completamente?
È difficile, sì. Perché ogni volta che scrivo, so che mi sto mettendo completamente a nudo. Però per me non c’è alternativa. Se non dico la verità, la canzone non respira.
E poi… la verità ha un suo tempo. Magari arriva tardi, magari ti spacca dentro, ma quando arriva mette tutto al posto giusto. Scrivere senza filtri è doloroso, ma è anche l’unica cosa che mi fa sentire vivo.
3. Dopo Amici e le collaborazioni con grandi artisti, oggi sembri voler tornare alle radici, a un suono più intimo.
Cosa hai ritrovato in te stesso in questo ritorno all’essenziale?
Ho ritrovato me.
La voce che avevo all’inizio, quando cantavo solo per il bisogno di dire qualcosa, non per essere ascoltato. Negli anni, tra esperienze, palchi, incontri… un po’ ti perdi. Succede.
A un certo punto ho sentito il bisogno di tornare alla base: chitarra, voce, verità.
Senza cercare di piacere, senza filtri. Ho ritrovato la parte più vera di me, quella che avevo lasciato per strada, ma che in realtà era sempre lì ad aspettarmi.
4. “L’Ultima Sigaretta” è anche un simbolo: un rito, un respiro prima di cambiare pagina.
Cosa rappresenta per te quel gesto, oggi che ti affacci a un nuovo capitolo con “CoST”?
Rappresenta la fine di un ciclo e l’inizio di uno nuovo. È quel momento sospeso tra il dolore e la libertà, tra il “non ce la faccio più” e il “ce la faccio comunque”.
Per me, l’album “CoST” è proprio questo: la mia seconda possibilità, ma vissuta con la consapevolezza che non devo dimostrare niente a nessuno.
L’Ultima Sigaretta è l’addio alle maschere, al bisogno di compiacere, a tutto ciò che non mi rappresenta più. È il mio primo respiro da uomo libero.


