In un presente che ci vuole sempre lucidi, performanti e vincenti, Al Vox sprofonda con grazia. E lo fa a modo suo, con un brano psichedelico, minimalista e visceralmente umano. In “SognoSommerso” (PaKo Music Records/Believe Digital), il cantautore genovese restituisce al sogno il suo valore originario: non fuga dalla realtà, ma terreno in cui resistere e ricominciare. Un paradosso che dialoga con la letteratura, la filosofia e con la condizione di una generazione che nel mondo onirico cerca ancora il proprio respiro.
Un gioco di parole, certo, ma anche un frammento autobiografico che oggi si fa canzone: non per raccontare la marginalità con rabbia o recriminazione, ma per riconoscerla come parte di un processo vitale. Essere sommersi, per Al Vox, non è una condanna: è una condizione interiore da cui può nascere qualcosa. Magari un sogno. Magari un brano.
Ed è qui che il vissuto personale si intreccia con il contesto sociale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra i giovani europei tra i 18 e i 29 anni, il rischio di sintomi di ansia o depressione è fino all’80% più elevato rispetto agli adulti, un segnale dell’urgenza generazionale del disagio interiore. Inoltre, uno studio comparativo peer-review condotto da un team internazionale guidato dalla ricercatrice italiana Marta Delvecchio (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), e pubblicato nel 2023 sulla rivista scientifica Healthcare, rivela che gli studenti italiani (18-21 anni) mostrano livelli significativamente più alti di ansia rispetto ai coetanei statunitensi e cinesi. In questo scenario di insicurezza, solitudine e pressione permanente, il sogno affiora come atto salvifico, una boccata d’aria nel mare della fatica.
Al Vox rovescia il cliché del sogno romantico: qui non è evasione, ma strumento concreto per restare a galla. Una consapevolezza raccolta in adolescenza, come lui stesso afferma, che oggi si trasforma in ritmo e frase. Un’immersione narcisisticamente gentile, ma comunque benefica.
«Al liceo dicevo: non sono un artista emergente, ma sommerso. È da lì che nasce il titolo. Per me sognare è come respirare sott’acqua. Non lo fai per evadere, lo fai per non morire. Non è solo questione di arte: è qualcosa che ti tiene in piedi. Io sogno anche solo guardando un riflesso sul vetro. E quando tutto sembra fermarsi, è proprio in quel frangente che si può provare a riemergere.»

Per Al Vox, il sogno non è un vezzo poetico ma una forma di resistenza, quella di un cantautore, produttore e musicista che da anni percorre sentieri obliqui nel panorama italiano, disobbedendo alle formule e ai luoghi comuni. Un modo per prendere le distanze da una definizione che riduce il percorso creativo a una fase di passaggio, come se il valore di un artista si misurasse solo nella capacità di “venire a galla”. In realtà, essere sommersi significa riconoscere il tempo dell’attesa, del dubbio, della ricerca.
Questa visione prende corpo nel linguaggio stesso del brano: immagini surreali («un insetto che fa festa», «Dante all’inferno voleva Beatrice, io non voglio un’attrice») e libere associazioni che sembrano affiorare dal subconscio. Il lessico reiterato («sognosommerso» scandito in loop) somiglia a un canto che sospende il tempo, mentre l’accompagnamento psichedelico e minimale apre una dimensione in cui la parola echeggia e la mente può tornare a prendere fiato.
Sotto il velo – solo all’apparenza leggero – del testo, si nasconde un messaggio concreto: anche quando non ci si sente all’altezza, anche quando manca l’aria, sognare resta una delle poche azioni accessibili a tutti. E vale la pena difenderla.
Ma quanta capacità di sognare ci resta? È questo il quesito, il filo che attraversa tutta la canzone: dall’urgenza di una generazione compressa da ansia, burnout, pressioni invisibili, il sogno arriva come atto vitale. Non retorico, ma in grado di riempire quell’istante in cui ci si riscopre vivi. È una domanda che riguarda tutti, senza eccezioni.
“SognoSommerso” si rivolge a chi si sente confuso, stanco, disallineato. Non si lascia incasellare. È un ibrido tra cantautorato e spoken word, tra ironia e meditazione, tra realtà e surrealtà. Non è un brano facile. Ma è un brano essenziale. Un brano che sceglie la lentezza alla fretta del consumo. In un periodo storico in cui molte persone si sentono “sommerse” — da aspettative, precarietà, paura del fallimento — questo pezzo suggerisce che si può ancora cercare qualcosa infondo, anche quando tutto sembra scuro. Perché sognare non è un lusso: è il respiro minimo che ci impedisce di sopravvivere in apnea.
Biografia.
Al Vox, pseudonimo di Alberto Lupia, è un cantautore, attore, regista, polistrumentista e scrittore italiano nato a Genova nel 1992. Dopo svariate esperienze in formazioni punk-rock come i Blind Carnival, nel 2014 dà il via alla sua carriera solista pubblicando il primo album, “Loop”, supportato da una tournée che lo vede al fianco di artisti del calibro di Naim Abid, Pier Gonnella e Francesco Baccini. Nel 2015 partecipa e vince il concorso Oltre il Jukebox con il brano “Il figlio di Epicuro”, release estratta dal disco d’esordio solista. Pochi mesi più in là, rilascia il suo secondo progetto full length, “Canzoni Degenerazioni”, che vanta la collaborazione di Bobby Soul nel brano “Il Vento”. Dopo aver fatto da opening act ai Linea 77, Al Vox partecipa a Il Cantagiro con il singolo “Davanti allo specchio”, classificandosi nelle prime 10 posizioni. Tra il 2016 e il 2018, si esibisce in moltissime location sul territorio nazionale con performance acustiche che lo vedono cooperare con diversi colleghi. Il 27 Gennaio 2019 è il turno del terzo disco, “Alter Ego”, album che apre le porte al featuring con Franca Lai sulle note di “La Danza” e, conseguentemente, ad un’incredibile serie di live estivi per tutta la Penisola. Nel 2019 condivide il palco con Fulminacci e a nel 2021 firma il suo primo contratto discografico con l’etichetta meneghina Pako Music Records, con la quale pubblica, in data 08 Marzo, “Il Giullare”, singolo avvolto da una struggente intensità che evidenzia la poliedricità della sua Arte ed a cui segue, Il 29 Giugno dello stesso anno, “Autodipendenza”, un inno tagliente e personale che si muove tra Dance ed Elettro Pop, con sfumature vintage e tratti retrò. Il 02 Febbraio 2022, in occasione del suo trentesimo compleanno, Al Vox pubblica “TRENTA”, il suo terzo album. Il disco, un concept caleidoscopico ed istrionico, rappresenta il manifesto artistico del suo artefice, evidenziando la sua visione personale e professionale del mercato musicale contemporaneo. Un’enfatica rappresentazione dell’esistenza umana, tra emozioni distopiche, dolcezza, irriverenza, rabbia, gioia e frustrazione, capace di portare in scena lo straordinario spettacolo della vita in ogni sua sfumatura e chiaroscuro, mettendo in luce una molteplicità di sensazioni, stimoli e pensieri che riconfermano la perspicacia creativa di Al Vox. Dotato di una finezza d’animo di raro riscontro e di una versatilità che gli consente di spaziare agevolmente dal canto alla recitazione, dalla scrittura alla composizione e dalla fase embrionale di un progetto artistico alla sua completa realizzazione, Al Vox è uno dei rappresentati più completi, originali e innovativi del panorama musicale italiano.