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Con il nuovo singolo Birre + Onestà (uscito il 25 luglio per Gold Leaves Academy), Schiuma torna con un brano che mescola indie pop ed elementi hip-hop, grazie alla collaborazione con 5070 e Dj MS. Una canzone che nasce dall’incontro di tre personalità artistiche diverse, capaci di incrociarsi e completarsi, dando vita a un contrasto sonoro fresco ed estivo, ma anche intimo e malinconico.

La voce delicata di Schiuma si intreccia alle barre di 5070, fino agli scratch finali di Dj MS, in un viaggio che racconta la fine di una relazione con sincerità, immagini visive e dettagli quotidiani. Tra una foto sbiadita e un letto vuoto, tra il tramonto della luna e l’alba che porta sollievo, Birre + Onestà è un invito a parlare, parlarsi e mostrarsi per ciò che si è davvero.

Abbiamo intervistato Schiuma per scoprire di più sul brano, sul suo percorso artistico e sulla ricerca di autenticità nella musica e nella vita.


“Birre + Onestà” è un titolo che suona come un manifesto. Com’è nato questo brano e che tipo di sincerità volevi raccontare?

La scrittura del pezzo è stata spontanea e onesta. Io e 5070 ci siamo trovati nello studio Umbriel con Alessandro Cacco e Niccolò Russo e, insieme, da zero, abbiamo composto un brano che è l’espressione di ognuno di noi. Volevamo riprodurre la sensazione di quelle serate passate “a birre ed onestà”, quando con qualcuno a cui tieni ti lasci andare a confidarti e raccontarti senza filtri.


Il pezzo ha un tono diretto ma anche malinconico, quasi da fine serata. Che atmosfera volevi evocare, e quanto c’è di autobiografico?

Molti lo percepiscono come un brano “serale”, ma per me il momento cruciale è l’alba: “[…] la luna svanisce dietro la strada”, porta via i pensieri notturni e lascia spazio a una quiete fragile, quella che esiste solo quando il mondo dorme ma la terra si sveglia. Sono i momenti di passaggio tra notte e giorno che mi permettono di ascoltarmi davvero.


Nei tuoi testi affronti relazioni, fragilità e piccoli momenti quotidiani. Come bilanci scrittura intima e condivisione pubblica?

Non l’ho ancora trovato del tutto. Uso spesso immagini e metafore che hanno un significato profondo per me, ma che agli altri possono sembrare criptiche. È stato anche un modo per proteggere la mia fragilità. Sto lavorando a un equilibrio tra chiarezza e poesia: non so se sia un limite o un punto di forza, ma fa parte del mio percorso.


Musicalmente hai un suono riconoscibile ma non statico. Dove stai andando, artisticamente?

Le vibe che sento più mie sono quelle del rock e dell’indie rock, soprattutto dal vivo. Però il focus del mio futuro sarà più sul metodo di composizione che sul genere: vorrei lavorare di più in sala prove con musicisti, e solo in un secondo momento andare in studio per rifinire.


La parola “onestà” nel titolo non è casuale. Quanto è difficile essere onesti oggi?

La mia generazione sta dicendo basta alle facciate. Siamo stanchi di fingere di star bene, di rapporti e conversazioni di circostanza. C’è un bisogno diffuso di autenticità: parlarsi, confrontarsi, anche quando non è comodo. E credo che sia fondamentale continuare a farlo.


Il brano mescola voce delicata, rap e scratch. Come avete deciso le parti con 5070 e Dj MS?

Abbiamo scritto insieme senza un piano preciso, e la struttura è venuta fuori per tentativi. A un certo punto credevamo di esserci ingarbugliati, poi 5070 ha avuto l’idea di trasformare una mia strofa in ritornello: è stata la chiave. Gli scratch di Dj MS erano un sogno che avevo da tempo e qui erano perfetti.


Il testo è ricco di immagini visive quotidiane. Da dove vengono?

Non da un momento preciso, ma da un collage di ricordi e sensazioni. Penso spesso per immagini, credo siano il modo più diretto e personale per trasmettere emozioni universali.


Scrivere “Birre + Onestà” è stato terapeutico?

Non direi terapeutico, ma sicuramente mi è servito per elaborare un pezzo di storia personale. Ogni passaggio tra notte e giorno diventa per me un momento per capire davvero come sto.


Come hai vissuto l’integrazione delle visioni di 5070 e Dj MS con il tuo mondo musicale?

È stato naturale: il pezzo è l’espressione di tutti noi. Con Alessandro Cacco e Niccolò Russo in studio abbiamo trovato un equilibrio tra i miei riferimenti e quelli di 5070. Dj MS mi ha avvicinata al mondo hip-hop già da tre anni, e questo brano è stato l’incastro perfetto tra i miei testi più sognanti e la concretezza del rap e degli scratch.


La fine della relazione viene descritta con onestà ma anche con malinconia. Come hai calibrato le emozioni?

Io sono molto drammatica di natura! Ho cercato di imparare da 5070 uno stile più diretto e concreto, riducendo la componente poetica e astratta, pur mantenendo immagini forti. Forse un po’ di dramma è rimasto, ma credo fosse necessario per rendere autentico il racconto.

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