Dopo anni di sperimentazione tra rap ed elettronica, Soniko – producer e performer dall’identità in continua evoluzione – si presenta oggi con una nuova energia, più autentica e personale. Il suo ultimo singolo “Sweet Talking”, presentato anche sul palco del 105 Summer Tour, è un brano che parla di connessioni invisibili e tensioni emotive prima ancora che fisiche, trasformando gli sguardi in beat e l’attesa in vibrazione musicale.
Abbiamo intervistato Soniko per scoprire cosa si nasconde dietro la sua nuova visione artistica, come nasce la scintilla creativa e cosa significa oggi esprimersi dal vivo con corpo, suono e luce.
🎤 L’intervista
“Sweet Talking” parla di tutto ciò che avviene prima dell’intimità. Come si fa a trasformare uno sguardo in ritmo?
Soniko:
Bella domanda. Penso che tutto parta dall’ascolto: quando vivi un momento forte, anche solo uno sguardo può avere un suono. Io provo a immaginarmi quella scena come se fosse un film senza parole, e poi cerco il ritmo che meglio accompagna quella tensione. Non sempre serve qualcosa di veloce o super prodotto… a volte è proprio una pausa, un respiro, che dà ritmo a quel tipo di emozione. È come rallentare il tempo, e farlo ballare piano.
Nel tuo percorso hai attraversato rap, elettronica e ora un nuovo inizio da producer solista: qual è la scintilla che ha acceso Soniko oggi?
Soniko:
Credo sia stata la voglia di essere sincero, di essere me stesso. Per tanto tempo ho cercato di incastrarmi in generi o trend, ma poi mi sono reso conto che stavo lasciando da parte quello che sentivo davvero. La scintilla è arrivata quando ho smesso di pensare a cosa funziona e ho iniziato a chiedermi cosa voglio dire. Soniko oggi è questo: libertà creativa, voglia di emozionare, e anche il coraggio di mettersi a nudo, senza paura di cambiare!
Il tuo live al 105 Summer Tour è un mix di musica, energia e corpo. Quanto conta per te portare una visione scenica e non solo sonora?
Soniko:
Conta tantissimo. Oggi la musica non si ascolta solo: si guarda, si vive. Sul palco cerco sempre di portare anche una parte fisica, visuale, che parli il linguaggio del pezzo. Voglio che chi è sotto il palco senta quello che sento io. Il corpo, il movimento, le luci… tutto contribuisce a creare un’esperienza, non solo un concerto.
Ai giovani producer che sognano di portare la loro musica su un palco come il tuo: qual è il consiglio che nessuno ti ha dato, ma che avresti voluto ricevere?
Soniko:
Direi di non aspettare che qualcuno ti “scelga”. Inizia a creare anche se ti sembra che nessuno ascolti. Spesso aspettiamo l’occasione giusta, la spinta esterna, ma in realtà il vero inizio succede quando ti prendi sul serio tu per primo. Avrei voluto che qualcuno mi dicesse: “non avere paura di essere acerbo, fallo comunque!”. Perché ogni pezzo, anche il primo che magari oggi rinnegherai, è comunque parte del viaggio.
🆕 “Sweet Talking” è disponibile su tutte le piattaforme digitali.
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