Campi racconta il suo nuovo singolo “Tutto a posto”, una riflessione sulle difficoltà di vivere in un mondo incerto e conflittuale. La canzone esplora il disagio emotivo e la ricerca di serenità in tempi di incertezze. La cover, ispirata al kintsugi, simboleggia la bellezza che nasce dalla riparazione delle ferite. Il cantautore, dopo il successo del suo primo album e la vittoria al Festival “Zocca paese della musica”, promette nuovi brani in arrivo.
Ci racconti com’è nato il tuo amore per la musica…
Sono cresciuto in una casa in cui la musica è sempre stata protagonista: mio padre è un musicista, quindi è sempre stata presente.
Da bambino ho iniziato a studiare chitarra, ma più che suonare, il mio primo istinto è stato subito quello di inventare melodie ed improvvisarci testi sopra.
Sin dal principio ho intuito che scrivere canzoni poteva essere un modo fantastico per esprimermi.
Da ragazzino poi per un periodo ho sofferto di attacchi d’ansia e ho scoperto che le canzoni di Samuele Bersani in qualche modo riuscivano a tranquillizzarmi.
Poco dopo ha fatto uscire ‘En e Xanax’ e ho preso questa curiosa coincidenza come un segnale.
Da lì ho iniziato a scrivere e non mi sono più fermato.
Qual è stato il momento più importante o gratificante della tua carriera musicale finora?
Il mio primo album “Un ballo di altalene” mi ha permesso di vivere momenti molto gratificanti ed emozionanti. Con “Bologna sospesa” mi sono potuto esibire accompagnato da una magnifica orchestra al Festival Proscenium di Assisi ed ho ricevuto come riconoscimento il primo premio SIAE ed il premio miglior testo assegnato dal maestro Beppe Dati.
Ed è arrivata la scorsa estate la vittoria al Festival “Zocca paese della musica” che mi ha permesso di vivere qualcosa di indescrivibile, aprire il concerto di Vasco Rossi a San Siro con le mie canzoni. Un sogno, calcare quel palcoscenico davanti al pubblico di Vasco è una emozione indelebile, un’onda che ti confonde, indimenticabile.
Ma ci sono stati altri momenti molto belli, che ho vissuto dietro le quinte, collaborando come autore per altri. Tra i più recenti il riscontro positivo del pubblico al singolo “Mezzocielo” di Ilan con cui si è esibito ad Amici di Maria De Filippi.
Vuoi raccontarci di cosa parla il tuo nuovo singolo?
Il singolo parla dello stato emotivo in cui ci si trova vivendo un momento storico caratterizzato da una incertezza senza precedenti, da relazioni tra persone spesso instabili e conflittuali, da rapporti tra le Nazioni imprevedibili, mutevoli, violenti. Pare sempre più difficile ricomporre le ostilità, sembrano più fragili gli strumenti e le volontà per farlo. In questo contesto è difficile non sentirsi smarriti, in bilico tra la voglia di spegnere in qualche modo il rumore della realtà e fingersi felici o chiedersi se è veramente “Tutto a posto”? e reagire di conseguenza. Credo che ci sia bisogno di riappropriarsi delle cose importanti, di cercare gli altri per conforto e confronto.
Vuoi spiegare ai nostri lettori com’è nata l’idea della cover?
È un’idea che abbiamo sviluppato con Marco Ferramosca un bravissimo grafico.
La cover rappresenta un piatto rotto, riparato con la tecnica del kintsugi, un’antica arte giapponese che prevede di saldare le crepe con polvere d’oro.
È un’immagine che trovo fortissima: non si nascondono le ferite, le si evidenzia, le si trasforma in qualcosa di prezioso.
Credo sia un simbolo perfetto per il senso della canzone.
Quanto è importante per te trasmettere emozioni al pubblico?
Quando vado ad un concerto vivo un momento magico.
Pensare di poter invertire le parti e che una mia canzone possa accompagnare qualcuno in un momento difficile o fare da colonna sonora ad un momento di gioia è ciò per cui si sceglie di fare questo mestiere, ciò che gli dà un senso profondo.
Hai già in programma altri brani o hai pensato ad un album?
Sto lavorando al progetto di un album. Dopo il primo singolo usciranno altre canzoni che non vedo l’ora di farvi ascoltare!