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C’è una musica che non si impone, ma avvolge.
Che non urla, ma accompagna. È quella di nàe, cantautrice e producer che con il suo nuovo brano “vortice” inaugura un capitolo fatto di cambiamenti profondi, consapevolezza e nuova identità artistica.

Frutto di una collaborazione sentita e sinergica con Alessandro Ciuffetti, vortice è un inno delicato all’autenticità, un abbraccio sonoro che nasce nel silenzio e nella nebbia della riviera adriatica e si apre verso un mondo più sincero e vulnerabile.

In questa intervista, nàe ci porta dentro il suo processo creativo, il legame con il suo territorio, e il desiderio di condividere con il pubblico un percorso che è prima di tutto umano.


INTERVISTA A NÀE

1. “vortice” ha un sound pop-elettronico molto curato ma allo stesso tempo intimo: com’è nata la collaborazione con Alessandro Ciuffetti e che tipo di direzione avete cercato insieme in fase di produzione?

Era maggio 2023 quando nel mio piccolo studio di casa avevo dei progetti abbozzati su Ableton (in particolare una decina di brani) nati in un periodo di vita molto importante, di profondo cambiamento personale: è stato allora che, quasi casualmente (sempre che il caso esista!), ho incontrato Alessandro raccontandogli l’idea e l’essenza del nuovo lavoro e lui fu subito entusiasta di prenderne parte perché come me stava vivendo un periodo di vita molto simile.
Conosco Alessandro Ciuffetti da diversi anni e tra di noi si è creato un bellissimo rapporto di fiducia e stima reciproca. Ha partecipato alla realizzazione di tutti i miei dischi (i 3 dischi usciti con il mio nome di battesimo) ma questa è stata la prima volta che abbiamo collaborato spalla a spalla dalla produzione alla masterizzazione del disco: io avevo in mente l’idea della direzione artistica seguendo dei riferimenti che in questo momento sento particolarmente vicini (come la scena elettropop femminile che va da Ginevra a Daniela Pes per fare degli esempi) però ci siamo soprattutto lasciati ispirare dal momento e dalla consapevolezza della strumentazione live, quindi synt, chitarre e batteria.

2. Il brano celebra il coraggio di lasciarsi andare alla propria autenticità. Quanto senti che questo messaggio è urgente oggi, anche nella scena musicale indipendente?

Tantissimo! Penso che sia stato proprio questo il motivo principale che ha spinto sia me che Alessandro a collaborare a questo progetto: cioè l’urgenza e l’autenticità di esprimersi in maniera più personale e sincera in un contesto discografico italiano a volte un po’ saturo di progetti simili.

3. La cover, scattata sulla riviera adriatica, crea un legame visivo e affettivo con le tue origini. In che modo il tuo territorio influenza la tua musica e il tuo immaginario?

E’ soprattutto il silenzio e la nebbia che d’inverno si adagiano sul mare adriatico a creare in me visioni capaci di far emergere paure ma anche punti di forza e coraggio. La riviera adriatica diventa quindi un luogo dell’anima tra realtà e sogno, il palcoscenico da dove la mia arte prende luce e inizio, restituendomi rinascite e trasformazioni in movimento. Durante la scrittura mi immagino di essere una nave che si muove dentro il blu cobalto dell’acqua alla ricerca della profondità dei sentimenti e della natura umana.

4. Porterai “vortice” live durante alcuni eventi estivi: cosa ti aspetti da questi appuntamenti? Sarà un’occasione per presentare anche altri brani inediti?

Saranno appuntamenti dove porterò i brani del disco (anche quelli inediti) in versione acustica proprio perché in questo racconto di trasformazione voglio essere accompagnata dal mio pubblico che sento in maniera profonda e speciale.

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