I Katadeo tornano con un nuovo lavoro che profuma di Mediterraneo, sudore, danza e radici: “HEKA” è il titolo dell’EP in uscita venerdì 30 maggio 2025, un’opera che conferma la cifra inconfondibile del trio siculo, capace di intrecciare dialetto, elettronica e pulsazioni globali in un linguaggio sonoro unico e viscerale. Quattro tracce – “Cantu ‘n dialettu”, “Ci fai casu”, “Esotyka”, “Nicchirinnau” – compongono questo rituale musicale che sfugge alle etichette. Non è folk, non è solo elettronica: è afro, è funk, è house. È il corpo vivo di una Sicilia che smette di essere cartolina e torna a parlare con la sua voce autentica.
Il Sud viene raccontato spesso in modo esotico. Qual è la vostra visione autentica?
La nostra visione è che il Sud ha una sua identità forte e resistente. Non è una cartolina, non è un’estate al mare e aperitivi al tramonto, è la terra in cui gli antichi re venivano a costruire le loro fortezze, in cui gli architetti più importanti della storia hanno danzato con il barocco, è una terra talmente ricca che ogni suo particolare, anche il più popolare o folcloristico, potrebbe diventare tema per poesie quadri e musiche.
Come è avvenuta la scelta del titolo “Heka”?
Heka è la magia primordiale, così la chiamavano gli egizi, per noi la musica ha questa potente forza magica primordiale.
Questo disco è stato presentato dal vivo anche a Torino. Come viene percepita la vostra musica fuori dalla Sicilia?
Non c’è molta differenza, la musica ha un suo linguaggio universale.
E qual è stata finora la collaborazione più significativa per voi?
Al momento con il nostro ingegnere del suono TheBuildzer (Flavio Morana) che ha saputo valorizzare i nostri lavori.
Come proseguirà il vostro percorso musicale?
Ci auguriamo sempre in crescita, abbiamo tanti progetti