La band vincitrice di Faenza Rock 40 si racconta con “Meno male che ci sei”
C’è qualcosa di urgente e profondamente vero nella musica delle Moleste Frequenze, la formazione emersa come vincitrice dell’edizione 2025 di Faenza Rock, giunto quest’anno al traguardo della 40ª edizione. Il loro nome è già un manifesto: rumore che disturba, ma necessario, come una voce che non accetta di restare in silenzio.
Composta da sei elementi – Matteo Violani e Cecilia Babini alle voci, Maria Ceroni al basso, Andrea Bosi alla batteria, Filippo Babini alla chitarra e Andrea Vittorio alle tastiere – la band unisce attitudine indie e profondità di visione sociale. E lo fa con consapevolezza, visione e una scrittura che sa parlare alle contraddizioni del presente.
“Meno male che ci sei” – un brano generazionale, uno sfogo condiviso
Il brano presentato in concorso, “Meno male che ci sei”, è una sorta di diario collettivo in musica: uno specchio dove si riflettono ansia, solitudine, e quel sottile senso di spaesamento che attraversa un’intera generazione. Un mondo che corre, spesso senza destinazione, e dove i social – promessi come strumenti di connessione – sembrano invece moltiplicare l’isolamento.
Il testo, tratto da un vecchio inedito di un cantautore “non praticante” e rielaborato dalla band, assume una nuova vita grazie a un arrangiamento nato in sala prove, partendo da un’idea del chitarrista Filippo Babini. Il risultato è un brano che alterna intensità emotiva e freschezza sonora, sorretto da un groove compatto e da due voci – quella di Matteo e Cecilia – che si rincorrono e si completano con naturalezza.
Un’identità forte e coerente
Le Moleste Frequenze si distinguono per una scelta di repertorio ben precisa: interpretano principalmente brani della scena indipendente italiana, fatta eccezione per quegli artisti mainstream che, a loro avviso, hanno mantenuto una coerenza artistica autentica. È una posizione chiara, che rivela una ricerca musicale ben definita e una volontà di prendere posizione, anche controcorrente.
Più che vincitori: un segnale per il futuro
La vittoria a Faenza Rock 40 non è solo un premio, ma la conferma che esiste ancora spazio per una musica che sappia guardare negli occhi il proprio tempo. Le Moleste Frequenze non hanno bisogno di effetti speciali: bastano una chitarra, due voci, un pensiero da condividere e un’urgenza da esprimere.
In un panorama musicale spesso dominato da estetiche effimere, la loro presenza è una boccata d’aria consapevole e “molesta” nel senso più nobile del termine. Perché disturbare, oggi, è ancora una forma di resistenza.
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