Non capita spesso di imbattersi in progetti come quelli di Leanò, voce (e chitarra!) della scena musicale milanese, quella così piena e stratificata che quasi abbiamo perso di vista si tratti di una scena, piena di personaggi che si accodano per le audizioni di X-Factor e, da quando Spaghetti Unplugged all’Apollo non è più in hype, non sanno bene cosa fare. Ma Leanò ha un progetto pop, che si snoda però tra le vie notturne di Porta Genova, che passa alla Corte Dei Miracoli per l’ultima birra, che fa l’alba sui Navigli e prende il primo autobus. Di lei ci piacciono i suoi intrecci di audio di Whatsapp, esperienze personali sussurrate (e urlate, quando vuole, quando ci concediamo di lasciarci andare brano dopo brano), amori cittadini, e il suo ultimo disco dal titolo “cosa resta?”, tutto minuscolo.
In qualche vecchio comunicato stampa che ci era arrivato, si parlava di esperienze subacque, e sul momento non avevamo capito bene che cosa si intendesse, ma ad un ascolto più attento è inevitabile: l’acqua è per Leanò un elemento fondamentale, ogni suo brano sa di estate perdute ad Ascea (luogo con lui lei ha un particolare legame), la copertina di questo suo nuovo EP è un acquarello, è inevitabile collocarla in quella Milano Sud costeggiata da canali d’acqua abitata da relitti umani che soffrono per amore e dalle nutrie sornione. Sei brani che vanno come onde, che spesso ci sembrano già sentiti (anche se li sentiamo per la prima volta), non perchè banali ma perchè parte di un andamento a cui ci lasciamo assorbire facilmente.
Leanò, chitarrista, cantante, jazzista, compositrice per il teatro e tantissime cose, riversa qui dentro tutte le sue esperienze, comprese quelle da animale urbano, da amante, corrispondente, in una chiave squisitamente pop. Il suo è un punto di vista incredibile, addirittura riesce a prendere le parti delle povere farfalle dello stomaco, di un tizio qualunque che non le parla mai. Abbandonate per sempre le vibes acustiche da busker degli scorsi lavori, Leanò è finalmente diventata grande, senza alcuna paura di mettersi a nudo, di farsi conoscere, di raccontarsi, e ci sembra già la nostra migliore amica, anche se lei prende le distanze:
“Tanto nessuno capisce davvero come ci si sente”
GL