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Dopo il successo di Io sono Marco, brano che affronta il tema dell’autismo con grande sensibilità, Massimo Stona ha continuato il suo percorso artistico con uno sguardo sempre più attento alle emozioni e alle storie da raccontare. In questa intervista per MEIweb, l’artista riflette sull’impatto della sua musica, le lezioni apprese nel corso della carriera e le novità del suo prossimo progetto.

Dopo “Io sono Marco”, hai avuto modo di confrontarti con persone che vivono l’autismo da vicino. C’è un momento o un messaggio ricevuto che ti ha particolarmente toccato e che ha cambiato il tuo modo di vedere la musica?

Sì, ho ricevuto davvero tantissime testimonianze che mi hanno fatto capire di aver toccato emotivamente le loro vite e di aver stabilito una connessione. Ricordo in maniera particolare un insegnante di una scuola in Liguria che ha deciso di far studiare in qualche modo il testo di Io sono Marco e di commentarlo con i ragazzi in aula. Lì ho capito in pieno il potere della musica e delle parole… nessun altro lavoro può darti tanto.

Nel tuo percorso hai vissuto sia il successo che le difficoltà del mondo musicale. Se potessi tornare indietro a quando è uscita “Santa Pazienza”, cosa diresti al te stesso di allora?

Di considerare meglio conoscenze e amicizie in questo campo perché è davvero difficile. In un attimo ti possono mettere all’angolo o vanificare il duro lavoro che c’è dietro allo scrivere canzoni, soprattutto nel rapporto con la stampa e i critici. Comunque, mi direi di viverla più serenamente e senza troppe aspettative. Se hai qualcosa da dire veramente, ci sarà sempre qualcuno pronto ad ascoltarti davvero.

Hai scritto un brano dal punto di vista di un bambino autistico di 10 anni. Cosa ti ha insegnato questo esercizio di immedesimazione e come ha influenzato il tuo modo di scrivere le canzoni successive?

Mi ha insegnato a cercare un canale per convogliare sentimenti ed emozioni. L’empatia è fondamentale e deve far parte del tuo DNA. Empatia è una parola importante… dovrebbero insegnarla o spiegarla di più a scuola.

Ora stai lavorando a nuova musica con Lorenzo Morra. Cosa dobbiamo aspettarci da questo nuovo progetto? Ci saranno elementi che sorprenderanno chi ti segue da tempo?

Stiamo lavorando al nuovo album, nel quale mi sono dedicato tantissimo ai testi e alle storie che mi interessava raccontare. L’asticella si doveva alzare nuovamente questa volta. Per quanto riguarda la parte musicale e gli arrangiamenti, ho lasciato che fosse Lorenzo a condurre: sapevo che mi avrebbe sorpreso con sonorità e idee nuove, e così è stato. Sono sempre canzoni di Massimo Stona, ma in alcuni casi non suonano come Massimo Stona, e questo mi apre la strada a nuovi percorsi.

P.S. Questo nuovo lavoro mi ha anche dato la possibilità di suonare molto di più i vari strumenti. Il cuore di un disco, a livello cantautorale, è proprio questo. Mi sono dedicato personalmente a tutte le chitarre acustiche ed elettriche che sentite, al basso e al pianoforte in molti brani. Credo che il cantautorato stia per vivere una nuova epoca, finalmente, e io mi sento a bordo di questa nave pronta a salpare verso un nuovo capitolo del nostro mondo musicale.

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