Massimo Stona, cantautore e artista dalla carriera ricca di esperienze e crescita personale, si è raccontato in un’intervista esclusiva per Meiweb. Tra ricordi degli inizi e riflessioni sui brani che hanno segnato il suo percorso, emerge una figura autentica, in costante ricerca di significato nella musica e nella vita. Ecco cosa ci ha detto.
1. Se potessi scrivere una canzone con il te stesso di 17 anni, che tema affronteresti e che messaggio vorresti trasmettere a quel ragazzo timido?
Sicuramente il me stesso di 17/18 anni non aveva la sensibilità giusta per affrontare certi argomenti e nemmeno l’esperienza; ogni cosa deve succedere quando è il momento giusto. Oggi gli direi comunque di guardarsi bene intorno e di cercare di essere una testimonianza dei tempi che viviamo, con le parole più semplici e chiare possibili.
Un consiglio che sembra nascere dalla maturità acquisita negli anni, ma che si lega alla sua visione della musica: uno strumento per raccontare il presente con autenticità.
2. Hai detto che “Santa Pazienza” è nata in un momento di frustrazione. Qual è stata la scintilla che ha trasformato quella difficoltà in ispirazione?
“Santa Pazienza” è arrivata in un momento particolare di transizione; il mettersi davvero alla prova per dimostrare (soprattutto a me stesso) di saper scrivere è stata la scintilla.
Un brano nato quasi per caso, ma che ha finito per rappresentare una delle sue opere più significative. Una canzone che parla non solo di pazienza, ma anche di trasformazione e crescita.
3. Lavorare con Guido Guglielminetti ti ha insegnato a comunicare di più nei tuoi testi: quale parola o frase pensi rappresenti meglio oggi la tua musica?
La parola chiave per me è “attenzione” o “cura” nei confronti di quello che ci circonda, la vita vera, quella che va raccontata con onestà.
Massimo sottolinea l’importanza di un approccio consapevole e sincero alla scrittura. La musica, per lui, è uno specchio della realtà e delle emozioni che la attraversano.
4. Se dovessi spiegare la tua musica a qualcuno che non ti ha mai ascoltato, quale tua canzone gli faresti sentire e perché?
Credo “Santa Pazienza”: semplice e diretta, in pieno stile cantautori classici a cui mi ispiro sempre.
“Santa Pazienza” è il cuore pulsante del suo repertorio, un brano che racchiude tutte le influenze e le aspirazioni che lo hanno accompagnato nel corso degli anni.
Massimo Stona si conferma un artista che non ha paura di mettersi in gioco, capace di trasformare le sfide in occasioni per evolvere. La sua musica, fatta di attenzione e autenticità, ci invita a fermarci e ascoltare con il cuore.