“(Ho Rotto Le) Catene” è il nuovo singolo dei May Gray che anticipa il nuovo album “Fragili”, in uscita il prossimo febbraio per Manita Dischi, con distribuzione Orangle. Abbiamo rivolto qualche domanda alla band.
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Come è nata l’idea di “(Ho rotto le) Catene” e qual è il messaggio principale dietro al brano?
Il brano è nato in piena apatia e noia da lockdown, immediato, veloce, rock con, alla base, una forte matrice di irrequietezza e rabbia, tutte emozioni generate dalla pandemia.
E’ un brano che vuole prendere qualcosa di terribilmente negativo e trasformarlo in un’occasione per tutti: quella di poter tornare finalmente sopra, e sotto, al palco.
Come descrivereste il vostro stile musicale e quali sono le vostre principali influenze?
Difficile dare un’etichetta, ma potremmo definirci una band rock con tantissime influenze appartenenti ad ogni singolo membro: Paolo legatissimo al classic rock e al grunge, Sanny più a sonorità brit e Dave a un sound alternative e prog.
Credo che il nostro punto di forza siano ritornelli particolarmente catchy e la dimensione live in cui cerchiamo di emanare più energia e immediatezza possibili.
Com’è la scena musicale emiliana di oggi dal vostro punto di vista?
Abbastanza sterile, nonostante sia una terra la nostra, con nomi leggendari. Riuscire ad esprimersi su un palco con le proprie canzoni è davvero dura, gli spazi che danno opportunità alla musica originale si riducono di anno in anno, quindi si cerca di selezionare con attenzione i contesti più adatti con tutte ledifficoltà del caso.
Qual è stata la sfida più grande che avete affrontato nella vostra carriera musicale finora?
La sfida più grande è quella che affrontiamo quotidianamente cercando di rimanere a galla e non affondare nel marasma e nel caos in cui oggi vive la musica. Non basta più essere meri musicisti, ma occorre reinventarsi ed essere manager di sè stessi curando ogni dettaglio come se fosse un lavoro, anzi vi svelo un segreto, in realtà lo è davvero.
Qual è stata la lezione più importante che avete imparato nel corso della vostra carriera musicale?
Credo che sia legato all’aspetto umano e ai suoi rapporti. In questi anni abbiamo avuto modo di conoscere un sacco di musicisti e band diventati poi amici e questo ci stimola ogni giorno a continuare a ricercare per strada anime pure con cui condividere pezzi di vita.
Ci regalate qualche anticipazione sul vostro prossimo album, “Fragili”?
Questo titolo vuole riassumere l’instabilità del quotidiano. In contrapposizione al carattere deciso dei brani, quest’album pone l’accento sulla condizione di ognuno di noi: l’eterna fragilità della nostra vita.
Ci facciamo i conti attraverso la frustrazione, la rabbia e la distanza che ci separa.
Affrontandola, tuttavia, ci avviciniamo e riscopriamo ciò che più ci accomuna e una forza che ci insegna “a dare luce ai nostri giorni spenti e fragili”, citando il prossimo singolo in uscita a gennaio.