Il tempo corre via veloce, sempre più veloce, siamo quotidianamente bombardati da informazioni, facce, voci, immagini e, impegnati in cotanto sforzo ginnico, i più vecchi rischiano di dimenticare e i più giovani di non conoscere mai i grandi tesori del passato, soprattutto quelli che già alla loro epoca, per un motivo o per l’altro, non avevano raccolto le fortune che avrebbero meritato.
Uno di questi tesori è il cantautore romagnolo Rodolfo Santandrea, autore tra il 1983 e il 1995 di 4 magnifici album, il primo dei quale conteneva “La fenice”, scritta con Riccardo Cocciante, che impressionò il pubblico e vinse il premio della critica nella splendida edizione del festival di Sanremo 1984.
Insieme a lui, tra le nuove proposte, c’erano nomi come Eros Ramazzotti, Giampiero Artegiani, Marco Armani, Flavia Fortunato.
A quel punto Santandrea avrebbe potuto cavalcare l’onda, cercare il successo, proseguire facendo brani che catturassero e compiacessero il grande pubblico.
Invece seguì un percorso di rigorosa sperimentazione: nel 1986 l’incredibile “Ricordi e sogni del mio vescovo”, una raccolta di canzoni minimali, stralunate, personalissime e dolorose, che potremmo in qualche modo accostare a quelle del grandissimo Lucio Quarantotto (di cui era peraltro amico), nel 1988 il bizzarro e avventuroso “Aiutatemi, amo i delfini” e nel 1995 il tetro, appena squarciato da sporadici lampi di luce, “Anni”.
Poi l’addio all’industria discografica, grande e piccola, la musica in strada, l’insegnamento del violino ai bambini, la libertà…
Impossibile, oltre a tutto questo, non fare menzione del suo lavoro in veste di arrangiatore: il “trattamento” a base di elettronica minimale, quasi alla Residents prima maniera, che riservò a “È piazza del campo”, album del 1985 di Mario Castelnuovo, è incredibile, un unicum nella storia del cantautorato italiano.
L’azzardo provocò anche qualche “contrasto” di carattere artistico con il co-arrangiatore Arturo Stalteri, il quale avrebbe preferito soluzioni più convenzionali.
E, a questo punto, arriviamo al disco che vi stiamo per presentare, del quale Snowdonia ha curato la produzione artistica in tutti i suoi aspetti (musicale e grafico), con il supporto del MEI, collaborazione che è segno dell’amore che condividiamo nei confronti di Rodolfo Santandrea.
Giordano Sangiorgi: “Il MEI da sempre ha valorizzato artisti e band che hanno lasciato una traccia importante all’interno della cultura musicale italiana pur magari non avendo il giusto riconoscimento di mercato. È una delle nostre mission, come si dice in questi casi, fin dalla prima edizione.
A 40 anni circa dalla sua vittoria del Premio della Critica al Festival di Sanremo con il brano La Fenice, il MEI vuole rendere un omaggio appassionato alla storia e alla carriera di Santandrea.”
Perché realizziamo questo omaggio?
Proprio per quel che dicevamo sopra: vogliamo dare il nostro contributo alla riscoperta, spingervi a fermare il tempo e guardarvi indietro, con calma e cuor contento.
Ecco dunque 11 gruppi e cantautori, scelti da Snowdonia e lanciati alla scoperta delle meraviglie di ieri.
I musicisti sono:
- Riccardo Lolli
- Manuel Pistacchio
- Stefano Barotti
- Jet Set Roger
- Davide Matrisciano
- Le forbici di Manitù
- Mapuche e Matteo Castellano
- Maisie
- Paolo Zangara
- Ossi
- NichelOdeon con Filippo Manini
Claudio Milano (NichelOdeon) oltre ad aver partecipato come musicista, ha realizzato tutti i disegni originali dell’album.
_________________________________________________________________
Il disco “Un sentito omaggio a Rodolfo Santandrea” sarà presentato al MEI 2023, nella serata di apertura il 6 ottobre 2023, con un concerto, al Piccadilly di Faenza.
dalle 22.00 in poi suoneranno:
Maisie
storica formazione art rock, otto dischi all’attivo, ironici dissacranti narratori del quotidiano, dal 1997 mescolano generi e frullano melodie.
Ossi
progetto parallelo di Vittorio NIstri degli storici Deadburger, ibridano, spesso e volentieri, il rock psichedelico col garage rock. Nella miscela degli Ossi (che si definiscono “cantastorie psichedelici”), c’è anche una componente folk-punk.
Riccardo LOLLI
cantautore, è anche membro degli storici Central Unit e dei Maisie, si ritrova a fondere diversi generi musicali, mescolando passato, presente e futuro senza porsi limiti dogmatici all’uso del proprio linguaggio. Riassumendo, è un disadattato.
Claudio Milano aka NichelOdeon, compositore e performer vocale d’avanguardia/progressive è uno dei fari tra gli autori del nuovo prog italiano. Con i suoi album insistentemente espressionisti, che attingono dal melodramma, dal teatro del 700, dalla canzonetta nazionalpopolare, che usano come collante l’avanguardia gestuale, il canto di ricerca e il soundpainting, ha brevettato una nuova forma di operetta per la generazione post-digitale.