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Un esordio decisamente interessante, un Ep dentro cui la produzione ha chiare in mente la linee che ci conducono vero territori nordici, dove impera il suono dei Bon Iver su tutti. “Città pericolosa” è sottilissimo, è un ordigno inesploso ma che potrebbe farlo ad ogni istante, è un metro che oscilla e un poco ci confonde. Andrea Piersimoni sa mescolare tutto con grazie e stupore in un suono apolide, notturno. La città è una gabbia o il nostro starci dentro è quel senso di libertà che ci salva?

Un esordio oggi… per te che significa e che responsabilità gli dai?

“Città pericolosa” nasce come progetto intimo e, in quanto tale, rappresenta un esordio soprattutto personale. La responsabilità è stata quella di avermi curato prima di metterlo fuori, ora ha vita propria e spero porti con se la dolcezza di entrare in altri cuori.

Da quale musica provieni? Questo EP è figlio di…?

Ho scritto questo EP in un arco temporale in cui ho variato tanto gli ascolti; da Sabrina Claudio a Nicolò Fabi. Mi lascio contaminare da tutto ciò che mi tocca la pancia, vivo la musica visceralmente.

Possiamo parlare di concept album? O come preludio a quello che sarà un concept album più esteso?

È sicuramente un concept album. Ogni pezzo si intreccia con l’altro e l’aria, intesa sia a livello fisco che metaforico, è il filo conduttore. Le prossime cose sono ancora in costruzione.

Il disco si chiude con un manifesto di libertà… “Non ho più paura”. Eppure la copertina del disco e i suoi colori dicono ben altro…

Dipende da quale prospettiva la si vuole guardare. Per me è un faro nel buio e l’inizio di una salita che ha come incipit “non ho più paura”.

Che seguito pensi debba avere questo lavoro?

È un progetto a cui vorrei accostare esperienze live immersive, vorrei che le persone si sentissero ancora di più sotto l’onda di questo viaggio.

https://open.spotify.com/intl-it/album/4sPVAZN2pRr6bHM64dAIvF?si=e3a616478c444ab0