Skip to main content

Io direi che dentro un disco di rap ormai siamo abituati a sentirci sempre le solite cose, i soliti cliché e compagnia cantando. Non sarà certamente da meno l’esordio di Alèm che tuttavia, si fa mostra di una personalità e una ricerca davvero preziosa. Il pop, il punk, il rock, il rap… e quanto altro ancora? Il risultato della mistura è una semplicità davvero interessante. “Sogni virtuali” è un vero manifesto sociale, di dissenso e di intelligente critica al vivere di normalità quotidiane.

 

Tante facce questo disco. Dal pop al rap. Dall’Italia main stream al punk inglese. E tanto altro. Posso chiederti perché?

Penso che la creatività per essere ritenuta tale si debba discostare da qualsiasi tipo di cliché e allo stesso tempo non possa essere rinchiusa in nessun tipo di margine. I testi e i contenuti sono il vero fil rouge di quest’album, alcuni argomenti si sposano meglio con determinati suoni… abbiamo cercato di portare un po’ d’aria fresca evidenziando come non sia obbligatorio usare formule copia incolla di ciò che vediamo in tendenza. Si può giocare con la musica in infinite combinazioni. La mia musica è una lotta alla monotonia del quotidiano, non si potrebbe rappresentare questo fossilizzandosi su sound standard.

 

Parliamo di produzione: come hai scelto e lavorato ai suoni?

Con Artigian studio abbiamo sperimentato il più possibile ed essendo lui l’artefice delle produzione penso nessuno potrebbe rispondere meglio: “Abbiamo lavorato tenendo la porta aperta ad ogni opzione. Ciò che rende Alèm, Alèm, è proprio questo approccio flessibile alla musica. Si è sempre partiti dal tema e dalla comunicazione che il brano doveva avere: ballabile, scura, rock, oppure a volte il riferimento poteva essere solo una melodia. Io sviluppavo l’embrione, proponendo come l’idea iniziale si poteva sviluppare, e Ale mi correggeva il tiro o semplicemente confermava la visione. Il risultato lo si sente, un mix di cose prodotte “in the box” ma anche tanti strumenti veri, o addirittura tutto suonato. L’estetica rappresenta molto il mio gusto personale, in cui i suoni mediamente non sono troppo “processati” e tendono a suonare “real”, con un certo calore. Calore che rispecchia anche la voce stessa di Ale. Ci sono ovviamente le eccezioni, visto che alla fine ciò che comandava era sempre la canzone”.

Possiamo dire che tutto questo disco in fondo è un vero e proprio manifesto sociale? Anzi politico?

Direi di sì, l’intenzione era proprio quella, creare un “inno alla ragione”. Nel mainstream siamo bombardati di musica di plastica e senza anima che ha come unico scopo quello di ottenere approvazioni senza portare messaggi, l’arte che non porta a ragionamento non è arte. Il rap è un genere che ha bisogno di essere impegnato socialmente, altrimenti a mio avviso non ha ragione di esistere. Viviamo tempi controversi e nonostante abbiamo armi per diffondere una “sveglia” verso la società non ci interessa usarle. Sono il primo a pensare che non curarsi dei problemi a volte sia ottimo, ma il perderli di vista totalmente è l’oblio.

 

I soldi li demonizzi quando sono esposti a trofeo. Perché tanto li utilizzi a bandiera di povertà. Che rapporto hai con il denaro?

Il denaro oggi più che mai è diventato l’unica lingua parlata. I ragazzini non sognano di diventare qualcuno, ma qualcosa che generi ricchezza. Il giocare così tanto sull’avere difficoltà economiche non è altro che parodizzare la formula del rapper che tutti imitano, spesso vantandosi di cose che non hanno mai nemmeno visto. Voglio che la mia musica sia reale, cosa c’è di più reale della difficoltà di rincorrere le mille spese da affrontare per sopravvivere.

 

Nel video di “Chissenefrega”: che conti prima di tutto la salute? Ovviamente è tutto allegorico…

Sicuramente. Nel video girato da RKH studio tutto gira intorno al trovare una cura al malessere e al pessimismo. Nella canzone stessa, all’interno della seconda strofa dico che l’unico obbiettivo è il riuscire a vivere bene. In questo caso cerco di dare una regolata alla mia competitività che spesso genera solo l’ansia di non essere all’altezza di un futuro incerto. Penso questo sia un aspetto comune di tanti miei coetanei.

 

https://open.spotify.com/intl-it/album/4LrShh5NHGGLbSCOnKlcud?si=25bb7121dd454e2c