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Luca Salmaso è da sempre un cantautore introspettivo, che negli anni ha raccontato l’interiorità, propria e comune. Un fine sempre più forte e presente nella sua più recente pubblicazione, il singolo Ossa. Lo abbiamo incontrato per parlarne.
 

1 – Ciao Luca, bentornato sulle nostre pagine. Sono passati diversi anni, quindi per prima cosa come stai?

Ciao, dopo varie vicissitudini ed alti e bassi che la vita ci presenta devo dire che sto molto bene grazie.

2 – Oggi pubblichi Ossa, il tuo nuovo singolo. Dicci tutto di questo brano.

È un brano dalle sonorità dark che parla in prima persona della sofferenza provata da una persona con disturbi mentali, maltrattata e derisa e le ossa sono metaforicamente quelle che si rompono e fanno fatica a ricomporsi. Un testo enfatizzato ma alla fine sono i mali dei giorni nostri e parlarne e rendere queste cose meno tabù credo fermamente che possa far sentire meno sole le persone che ne soffrono e meno appesantite dal sentirsi “diversi” e di conseguenza stare meglio.

3 – Come sono cambiate le tue sonorità dal precedente disco a questo nuovo capitolo?

Ho ascoltato molta musica, tanta italiana da Niccolò Fabi ai Fast Animals ma soprattutto straniera da Pink Floyd a RY X, da Post Malone ai Portishead ed un sacco di Country, generi molto diversi tra loro che mi hanno aiutato a discostarmi dal precedente disco e trovare una mia strada artistica mescolando chitarre acustiche a sintetizzatori e distorsori.

4 – Quali esperienze, o persone, sono state fondamentali in questa crescita artistica?

Sicuramente il Covid, il cammino di Santiago, i viaggi e i cambi di vita hanno fatto la loro parte, ma la perdita di mio padre è stata la cosa più devastante e sconvolgente della mia vita, mi ha insegnato a vivere la vita al 100% e godere di ogni istante senza prendersela inutilmente che tanto la vita fa il suo decorso lo stesso e mi ha spronato nel andare avanti con la musica, facendolo in modo onesto e puro con la passione e la libertà di sbagliare a volte.

5 – Ossa anticipa il tuo prossimo disco, che hai già definito un concept album.Cosa puoi dirci in merito?

Il disco è un concept album che parla di un nuovo inizio dopo lo zero,  storie vissute personalmente e da persone vicine in questi anni post covid, dalla droga all’alcol, dall’amore alla morte di mio padre, dalla guerra fino al male dei giorni nostri, tematiche importanti che partono dal sentirsi più nulla fino ad arrivare alla rinascita. Sono sonorità prevalentemente acustiche e dark che danno spazio al rock ed all’elettronica, si spazia da ballad a brani monocordiali, da canzoni in tempi dispari a brani sincopati, mi sono divertito molto.

6 – Ultimo spazio tutto tuo, esprimiti come meglio credi in questo righe conclusive

Sarà un anno bellissimo, pieno di musica, diventerò padre ed ho tante cose da raccontare, ho tanta musica da fare e molti progetti futuri.