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A breve distanza dal precedente singolo, GLI DEI NON SANNO, il cantautore romano racconta una parte delle sue paure in una nuova ballata elettrica che sa di cantautorato internazionale e che si fa trascinante, un po’ per volta.

GUARDARE IL MOSTRO, prodotto e registrato allo Strastudio di Roma da Gianni Istroni e Giorgio Maria Condemi, è un brano dal testo minimale e dalla tensione crescente che esplode nel finale strumentale.

“Il mostro senza volto che ci aleggia alle spalle è il tempo. Un mostro che, lentamente, ci sottrae uno dopo l’altro i sogni, gli affetti, i cani, i denti e infine, mosso da compassione, i ricordi.”

Come descriveresti il viaggio emotivo che i tuoi ascoltatori possono intraprendere ascoltando “Guardare il mostro”?

Qualcuno mi ha confessato di essere stato “disturbato” dalla canzone. Hai presente quei film belli che ti hanno emozionato ma non rivedresti? Te ne cito uno per me “verso il sole” di Michael Cimino.

Qual è il rapporto tra il tempo e la tua percezione personale del “mostro” nella tua vita? Ho un brutto rapporto per il fatto che vorrei ancora fare tante cose e spesso rimando illudendomi di avere ancora tempo. E lo specchio ogni tanto ti ricorda che quel tempo non è affatto infinito.

Ci puoi raccontare in che fase sei nella tua attività di cantautore?

Non ho fasi: continuerò a scrivere canzoni fin quando avrò la santa ispirazione per farlo. Potrei non scriverne piú o fare altri 10 dischi.

È un’incognita che in qualche modo mi diverte e mi spinge sempre a produrre e registrare quello che scrivo perchè potrebbe essere l’ultima volta.

Qual è la parte che preferisci e quella che non sopporti, nella scrittura di una canzone?

Amo la fase della scrittura e quella dell’arrangiamento. La parte che invece mi esaurisce totalmente è quella relativa alla chiusura dei mixaggi.

C’è qualche collegamento tra “Gli dei non sanno”, il tuo singolo precedente e “Guardare il mostro”?

Sicuramente a livello compositivo da un punto di vista musicale il legame c’è. Da un punto di vista testuale invece appartengono a due epoche della mia vita completamente diverse. Oggi non potrei piú scrivere un testo come “gli dei non sanno” non sarei onesto perchè non riesco piú a dare peso a certe tematiche.

Qual è la tua opinione sullo stato attuale della musica cantautorale?

Mi mancano i cantautori onesti perchè attualmente quelli bravi per sopravvivere o per brama di “ricchezza” in qualche modo si snaturano. Non posso biasimarli però sarebbe bello anche che ogni tanto continuassero a regalarci, qua e là, qualche perla.

A me ad esempio quando lavora da solo piace Antonio Di Martino.