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Oggi siamo in compagnia di Clemente Guidi, vincitore della prima edizione di Music Is The Best 2022, una piattaforma di scouting lanciata da Panico Concerti. Clemente ha recentemente catturato l’attenzione del pubblico con il suo primo EP intitolato “SFUMATURE,” rilasciato lo scorso 29 settembre.

Questo EP rappresenta un viaggio attraverso momenti di vita vissuta, cambiamenti significativi, momenti irraggiungibili e piccole grandi consapevolezze. Clemente Guidi ci porta nel suo mondo, raccontandoci emozioni forti che colorano la crescita quotidiana e l’autoscoperta. Questo giovane artista, ispirato da talenti come Mumford & Sons, The Lumineers, Bon Iver, Patrick Watson e la scena indie folk inglese e americana, ha creato un songwriting unico che attinge da queste influenze per dar vita a una musica autentica e coinvolgente.

Oggi, siamo onorati di avere Clemente Guidi qui con noi per approfondire la sua musica, il processo creativo e il significato dietro “SFUMATURE.” 

Ciao Clemente, bentrovato! Partiamo diretti con una domanda specialmente per rompere il ghiaccio, il 29 settembre hai pubblicato il tuo primo EP dal titolo “Sfumature”, come ti senti dopo questa importante release? 

Ciao. Felicissimo! Mi sento davvero contento. È una sensazione stupenda sapere che le canzoni sono là fuori, come sono venute ora vanno da chi le cerca!

Ti senti di essere arrivato (ad un obiettivo) o invece questo è più un punto di partenza?

Sì, in parte sì. “Sfumature” per me è come aver detto: “Ok, ora lo faccio, lo sto facendo per davvero!” È un inizio, una ripartenza. Insomma, non lo so, è un gran bel capitolo.

Vuoi darci giusto un’idea su cosa può aspettarsi chi ancora non ha avuto l’opportunità di ascoltare “Sfumature”?

Un piccolo viaggio. L’ordine in cui ho presentato le canzoni non è casuale. Ho il desiderio di invitare chi ascolta a premere play e seguirmi in un sentiero che ho percorso e che vede diversi panorami, diverse luci e ombre, benesseri e malesseri, mescolati dolcemente.

Il mood di tutti e cinque i brani ricorda molto quello dolcemente malinconico di Bon Iver ma allo stesso tempo la vitale spontaneità dei Lumineers. C’è un album che più di tutti ti ha fatto guardare il mondo con occhi diversi?

Senza dubbio avete azzeccato delle influenze giuste. Vengo da queste sensazioni e da tante sonorità che accomunano l’indie folk. Se devo scegliere un album così importante il mio è “Fenn” di Tom Rosenthal. Come sono cascato dentro a quei testi non mi era successo mai, e mi si è spalancato un mondo di bellezza.

Parliamo del tuo progetto: c’è un momento in cui hai deciso di avvicinarti al mondo musicale oppure è accaduto tutto in maniera naturale?

È successo molto naturalmente. Sono sempre stato un passeggero silenzioso dei mondi musicali.

Senza accorgermene ho allineato tutto ciò che faceva per me e ho immaginato i miei progetti.

Ora è tutto da fare!

Ci ha colpito molto la copertina dell’EP che si lega come con un filo rosso a quelle dei precedenti singoli, dicci di più…

Per me è inevitabile raccontare la musica senza delle immagini che la accompagnano.

È sempre piacevole trovare delle sensazioni visive che si amalgamano a sonorità.Quindi nulla di più che il mio modo semplice di continuare la canzone. L’idea che unisce è che se ascolti le parole attentamente puoi trovare continuità e significato anche nelle forme e nei colori delle copertine.

C’è un target a cui speri che la tua musica arrivi il più forte possibile?

In realtà mi piace prestare attenzione alle consapevolezze che arrivano pian piano nella vita.

Queste accomunano un po’ tutti noi mostriciattoli umani, quindi penso siano un po’ per tutti.

Ai più piccoli mi piacerebbe dare una bella luce di curiosità, con i miei coetanei mi piacerebbe parlarne e sentire come si sentono di fronte a questi anni che ci stuzzicano un po’ e con i più grandi cerco sempre un ponte per ascoltarsi.

Grazie per essere stato con noi, ultime righe totalmente libere per concludere questa chiacchierata!

Sono io a ringraziare voi! In questo EP Ho raccontato dinamiche che mi stanno molto a cuore e come in ogni progetto che si conclude sono forse più le domande che si sono aperte delle risposte date.Tutto giusto, deve essere così ne sono certo. Però sentire l’interesse e la curiosità è una grande carezza che mi avete dato!

A presto.