♪ PAREIDOLIA MUSICALE ♪
Rubrica a cura di Andrea Gioè
Raccontaci brevemente chi è Giuseppe Cucè.
Salve cari lettori, mi chiamo Giuseppe Cucè classe 72, nasco alle pendici dell’Etna nel Catanese, dove attualmente vivo. Amo fortemente la mia terra e da essa non mi sono mai voluto staccare, qui lavoro e svolgo la mia vita affettiva, compongo le mie canzoni piene di tutto ciò che mi circonda e mi appartiene. Ho iniziato a masticare musica fin da piccolo, il primo regalo è stato una tastiera elettronica con cui mi divertivo a suonare ad orecchio, così tutto è iniziato, ancor prima di averne piena consapevolezza, passavo dalla danza, il disegno allo strimpellare brani di ogni genere, ero assolutamente autodidatta. Da grande poi ho iniziato a mettere a fuoco la mia vera passione per la scrittura e la composizione.
Per la playlist AIA Artists for Spotify ci hai proposto “Fragile equilibrio”.
Cosa significa per te questa canzone? Quando l’hai composta? Che risultati hai già ottenuto? Dove desideri possa arrivare?
Questa canzone rappresenta nella maniera più disarmante, tutta la mia fragilità ma allo stesso tempo tutta la mia forza. FRAGILE EQUILIBRIO è un’analisi del proprio io, quell’io che guardi allo specchio e che riflette un’immagine che non è quella che percepisci di te stesso. Perché è un fragile equilibrio quello che ci permette di continuare a sentirci vivi anche quando ti senti un ventenne ma l’orologio dice il contrario. Ho composto questa canzone qualche anno fa durante il periodo della Pandemia, nel silenzio assordante di quelle giornate, l’isolamento fisico, le paure e le angosce che scaturivano da ciò che vivevamo, mi hanno permesso di esplorare ogni singola parte del mio io interiore. Al momento questo brano è molto ascoltato, gli streaming sui canali digitali e soprattutto su Spotify aumentano di giorno in giorno. Ovunque possa portare tutto questo penso che la cosa più importate per chi come me crea musica è quella di farla ascoltare e condividerla con più persone possibili.
Per quale buona ragione la gente dovrebbe ascoltare e acquistare la tua musica?
Mi capita spesso di pensare e di mettermi dalla parte di chi ascolta una mia canzone, trovo sia un esercizio interessante staccarsi dal proprio punto di vista, staccarsi da quella emotività che ti ha spinto a scrivere quella determinata canzone e quando inizio a farlo, cerco significati diversi rispetto all’idea originale, quindi in poche parole se una tua canzone diventa per magia di qualcun altro e provoca emozioni diverse da chi l’ha scritta, allora si è un buon motivo per ascoltarla.
Sei mai stato definito la copia di qualcuno?
Sinceramente una vera e propria copia di qualcun altro mai, magari mi è capitato di ricordare qualche artista. In fondo assorbiamo dai nostri ascolti ed è attraverso quelli che si crea la tua identità artistica originale.
Quanto contano veramente per te le tue canzoni?
Ogni canzone che scrivo è una parte di me, è un pezzettino della mia storia, quindi anche quando riascolto brani scritti in periodi lontani, che magari non mi appartengono più perché nel frattempo cresci ed evolvi comunque fanno parte del tuo percorso sono sangue del tuo sangue.
Sai cos’è la Pareidolia? Mentre stai rispondendo a questa intervista, alza gli occhi al cielo (guarda fuori dalla finestra) e dimmi cosa vedi?
Se guardo fuori dalla mia finestra al momento è l’imbrunire, scorgo il paesaggio naturale che mi circonda, vivo in una zona di campagna quindi ho la fortuna di essere immerso nella natura.
Se dovessi definire le tue canzoni come figli, potresti dire di avere un figlio prediletto?
Si, in effetti le ho definite sangue del mio sangue non a caso, quindi certamente ci sono delle canzoni a cui sono più legato rispetto ad altre, “Verso l’oriente” “La mia Dea” e anche “Fragile Equilibrio”.
Qual è stata l’esperienza musicale più figa che hai vissuto in tutta la tua carriera?
Ho avuto la fortuna e anche l’onore di suonare nei migliori teatri di Parigi, fu quando il mio primo album “La mela e il serpente” è stato prodotto da un’etichetta Parigina, quindi quell’esperienza posso affermare è stata la più emozionante in assoluto.
Qual è stato il tuo rimpianto artistico più grande?
Non ho rimpianti.
Quanti strumenti musicali suoni, e tra tutti qual è quello che più ti rappresenta?
L’unico strumento che amo suonare è il pianoforte, penso che mi rappresenti nella maniera più assoluta.
Nel cassetto dei tuoi sogni ci stanno tre duetti. Se potessi dargli un nome, a quale artista preferito li attribuiresti?
Mi piacerebbe duettare con Madame, credo l’unica che trovo interessante nel nuovo panorama musicale, un altro artista con cui mi piacerebbe duettare è sicuramente Ornella Vanoni, ed infine sceglierei Fossati.
Chi è il tuo fan più fedele e sincero?
Senza risultare scontato direi sicuramente mia mamma.
Qual è stata la tua più grossa “Minchiata”?
Sono tante e difficilmente riuscirei a capire qual è la più grossa… ahahaha
Artisticamente parlando … cosa ti ha fatto più incazzare in questi anni?
Non riesco a giudicare la vita artistica altrui, è probabile che io mi sia incazzato sempre e solo con me stesso, a volte per scelte che oggi non avrei fatto, magari per non aver avuto più coraggio quando l’occasione lo prevedeva, o perché a volte mi è capitato di voler smettere di fare musica.
Eventi e progetti futuri ne abbiamo?
Finire il mio terzo album in studio e finalmente suonarlo in giro per i club.
Manda un saluto speciale a tutti i lettori del MEI e dicci dove possiamo trovarti e ascoltarti.
Cari lettori del MEI sono felice di aver potuto condividere con voi un po’ di me e della mia musica, spero verrete a trovarmi sui miei social su Instagram @giuseppecucemusic, su Facebook, giuseppecucemusic , e se vi va potete ascoltare la mia musica sul vostro canale digitale preferito, Spotify , Amazon music, iTunes, per i video invece esiste il mio canale YouTube, Giuseppe Cucè , grazie di cuore a tutti. A presto.
Fragile equilibrio di Giuseppe Cucè è Presente in AIA Artists for Spotify Vol.2 AIA Artists Vol. 2 ♪ – playlist by AIA Artists ♪ | Spotify