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La crisi della nostra epoca si fa sentire nei dischi di quegli artisti della spiccata sensibilità. Come in “Lunganotte”, nuovo e strepitoso capitolo del collettivo dellarabbia. Canzoni oscure, notturne e dense di significati che ci trasportano in uno scenario senza sole ma non per questo senza luce o possibilità di splendere. Perché è proprio grazie al buio che le stelle fanno mostra di sé. Ecco la nostra intervista ai dellarabbia.

dellarabbia, un piacere avervi ospiti sulle nostre pagine! Per prima cosa, come state vivendo l’uscita del nuovo disco lunganotte?

Grazie mille per l’attenzione e lo spazio. Siamo molto emozionati! L’attesa di una nuova uscita per noi è sempre piena di ansie e contrasti interiori, ma questa lo è in particolare.Abbiamo lavorato tanto e duramente, scegliendo con molta cura ogni dettaglio. Speriamo di cuore che piaccia a chi l’ascolta almeno quanto a noi è piaciuto scriverlo e produrlo.

Un lavoro “notturno”, oscuro in quanto interiore e che voi portate alla luce attraverso un indurimento dei suoni e una virata più “psicoanalitica” nei testi. Come è nato tutto questo?

Come collettivo ci siamo dati un orizzonte narrativo costantemente legato a ciò che ci accade intorno. Il nostro primo album, uscito tra il 2020 e il 2021, è stato investito in pieno, come le nostre vite, dal tempo del Covid e la sua produzione ne è stata coinvolta automaticamente. Il rapporto tra i due lavori è quello di causa ed effetto: se nel primo cercavamo di raccontare un periodo storio, con questo proviamo a dire cosa ci è successo dentro. Le rotture interiori, le difficoltà umane che abbiamo visto complicarsi o emergere in questo periodo sono alla base di Lunganotte.

Che poi l’epoca stessa nella quale stiamo vivendo ci sta richiedendo una maggior concentrazione su ciò che siamo a livello animico. La sentite anche voi questa cosa?

Senza alcun dubbio. Non riusciamo ad essere indifferenti a tutto quello che ci accade, intorno e dentro. Per noi la crisi individuale che sentiamo e che vediamo in chi abbiamo intorno, come per esempio in coloro che sono costretti a lasciare casa per trovare un futuro migliore, si riflette allo specchio con la crisi sociale, climatica e ambientale. Siamo tutti immersi nel buio di una lunga notte, questo è il concept che sta alla base dell’album.

Parlando di lunganotte non possiamo non chiedervi di tutti i guest che impreziosiscono il disco. Ci dite voi chi sono e soprattutto com’è stato collaborare?

Noi siamo un collettivo di musicisti e produttori polistrumentisti. Nasciamo per collaborare e contaminarci con altre sensibilità. Su questo lavoro ci siamo riusciti in pieno. Sia chiaro però che dal nostro punto di vista non sono semplicemente i classici featuring promozionali ma vere e proprie partecipazioni artistiche al nostro lavoro. Quello che abbiamo ricevuto in questo album, musicalmente parlando, da artisti come Divi dei Ministri, dai Meganoidi, da Olly Riva degli Shandon, dai VanillaSky e da Andrea Rock è prima di tutto un valore aggiunto qualitativo. Raccontiamo insieme in modo sincero qualcosa che abbiamo vissuto tutti e in cui speriamo si identifichino anche gli ascoltatori.

A parte questi “amici”, ci sono altri artisti che hanno in qualche modo influenzato queste nuove canzoni?

Abbiamo ascolti molto eterogenei e cerchiamo di fare un lavoro di scrittura molto consapevole. Tra le cose che ascoltiamo e in qualche modo cerchiamo di evocare cercando di non fare mai imitazioni, ci sono senza dubbio quelli che chiunque metterebbe nel pantheon dell’alternative rock contemporaneo: Queens of the stone age, Kings of Leon, Foo Fighters, ScreamingTrees, Black Keys, Beatsteaks, Against me! e Frank Turner per esempio. Abbiamo cercato però di tenere insieme queste influenze in modo che fossero comprensibili ma anche provando ad avere un suono personale e riconoscibile.

La copertina è molto evocativa, quasi cinematografica. Cosa volete trasmettere attraverso le immagini scelte per presentare la release?

La copertina realizzata come sempre da Leonardo Roma, che si occupa della narrativa visuale del collettivo, è un collage di istantanee. Un insieme di momenti complessi e notturni che potrebbero avvenire o sono già avvenuti in un posto qualsiasi del mondo. Siamo tutti sulla stessa barca, sociale ed emotiva. Questo album è il nostro modo di provare ad accendere qualche scintilla di speranza in questo buio.

Grazie per essere stati con noi! Lasciamo a voi queste ultime righe per aggiungere ciò che preferite.

Approfittiamo per ringraziare il Mei e tutti gli operatori di settore per tutto il lavoro che fa quotidianamente a supporto degli artisti italiani e del comparto discografico indipendente. Il covid ci ha fermati tutti ed ha quasi ucciso la possibilità per nuove realtà, magari di provincia come la nostra, di trovare spazi. È fondamentale la collaborazione reciproca e l’apporto di tutti per tornare ad accendere la curiosità nel pubblico di ascoltare la scena emergente nazionale.

Magari un incendio musicale illuminerà questa Lunganotte.

Marta Scaccabarozzi – 19 Media Agency