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Andrea Caniato vive di e con la musica. Lo fa in qualità di docente e responsabile della scuola musicale Lizard di Novara e lo fa, non con meno passione e dedizione, attraverso il suo progetto musicale. Una carriera, la sua, che parte dal rock più duro per svilupparsi con il passare degli anni in un percorso più cantautorale. Nuova fatica di questo percorso il disco “Storie di Carta”, recentemente pubblicato in digitale e per il quale Caniato ha messo in piedi una presentazione dal vivo di tutto rispetto al Teatro Silvio Pellico di Trecate. Ascoltando ed analizzando il lavoro, ciò che colpisce è la capacità di mettere in musica e in parole delle storie quotidiane di personaggi, più o meno reali non ci è dato sapere, che diventano a loro volta messaggeri di problematiche personali e sociali. Ne nasce un racconto del mondo e della vita, nelle sue molteplici sfaccettature, che vanno dalla bellezza dell’amore, al buio della depressione fino alla luce salvifica della rivalsa su tutto e tutti. Un sicuro richiamo ai cantautori italiani anni ’70 ma, allargando lo sguardo, anche a quelli stranieri, americani, di stampo più folk o di rock di protesta. In Caniato infatti è presente la stessa passione sanguigna che permea i dischi di Bob Dylan così come la poetica di De Andrè, con le dovute e rispettose distinzioni. Ciò che ci convince di meno, invece, è l’interpretazione canora di Caniato, ma del resto, ai cantautori non è sempre richiesto essere anche un usignolo.

 

Marta Scaccabarozzi – 19 Media Agency