La musica è una delle invenzioni più vecchie dell’umanità e accompagna le persone in ogni momento della propria vita, nei momenti di gioia, di dolore, di entusiasmo o di rabbia. La musica è quel sottofondo costante di cui noi ci serviamo per scaricare le nostre emozioni e non sono poche le volte in cui un brano ci ha fatto emozionare perché ci ha ricordato qualcosa di importante. La musica quindi è un accompagnatore costante che riecheggia nelle nostre orecchie in qualunque occasione: mentre si è a casa a fare pulizie, in auto, in giro mentre si va a lavoro o a fare sport, nei pub e nelle discoteche il sabato sera. Insomma, ovunque siamo sempre accompagnati da un sottofondo musicale.
Da quando il 1° luglio del 1979 è uscito in commercio il primo walk-man, i servizi per la fruizione di musica hanno fatto enormi progressi. Col tempo abbiamo conosciuto dispositivi come l’ipod o altri lettori musicali mp3 e mp4 portatili, fino ad arrivare a Spotify, che permette di portare tutta la musica in una tasca pagando un abbonamento mensile. Questo servizio è diventato in pochissimo tempo il più diffuso e famoso in assoluto, proprio perché fornisce a tutti un catalogo infinito di canzoni, podcast e tanto altro a portata di click per un prezzo davvero modico. Tutti gli artisti sanno bene che ormai la loro musica viene ascoltata da tutti proprio attraverso questa piattaforma di streaming e quindi sono sempre più incentivati ad inserire le loro nuove uscite su questo canale.
Sono davvero pochi gli artisti non presenti sul catalogo Spotify e questi lo fanno soprattutto per motivi “ideologici”. La remunerazione su Spotify non è molto grande per gli artisti che propongono i loro brani, se si considera che fino a poco tempo fa era possibile ascoltare i nuovi pezzi di un artista solo su disco o vinile. Ciò va a discapito soprattutto degli artisti emergenti che non riescono a finanziarsi con gli introiti di questa piattaforma, anche se comunque risulta essere già un enorme passo in avanti il fatto che possano proporre senza doversi piegare per forza a etichette o quant’altro i loro brani.
Le novità più recenti di Spotify – I podcast sui casinò online
I podcast presenti sulla piattaforma sono davvero molto variegati, tanto che ce ne sono anche alcuni dedicati ai casinò online nuovi con grandi offerte. Da quando è stata lanciata la piattaforma, sono aumentati considerevolmente gli utilizzi di Spotify.
Da semplice programma per ascoltare musica in streaming ovunque con una connessione a internet, con il passare del tempo, Spotify ha provato a rilanciarsi con nuovi prodotti, come ad esempio i podcast, che sono diventati molto popolari anche in Italia negli ultimi anni.I podcast rappresentano la vera grande innovazione recente di Spotify, che ha riscontrato in poco tempo un enorme successo anche in Italia
Il rendimento di Spotify in Italia
il 1° marzo del 2023 Spotify ha festeggiato i primi 10 anni di attività in Italia. Da quando la piattaforma è stata lanciata, le cose sono cambiate in maniera netta. All’inizio, infatti, erano presenti 26.000 artisti italiani con oltre 180 milioni di ascolti in tutto il mondo. Dopo 10 anni, i numeri sono cresciuti del 1.000%. Attualmente gli artisti italiani di punta sulla piattaforma sono i Måneskin, che hanno milioni e milioni di ascolti in tutto il mondo.
Ma a essere cambiati non sono soltanto i numeri ma anche i gusti degli italiani. 10 anni fa il genere preferito dagli italiani era il rock, mentre adesso la maggior parte degli utenti italiani preferisce il rap, soprattutto per il ricambio generazionale che ha portato all’apice proprio questo genere tra tutti. Tra gli artisti italiani preferiti nel tempo ci sono stati BLANCO, Mahmood, Rhove, Fedez e tanti altri, artisti che sono riusciti a far crescere il proprio successo anche grazie a Spotify.
Inoltre, il fenomeno dei podcast è diventato virale anche in Italia e molti accompagnano la propria quotidianità ascoltando queste trasmissioni. Tra i più seguiti in Italia ci sono “Il Mondo”, “The Essential”, “Elisa True Crime”, “La Zanzara”, ma anche programmi culturali come il podcast del professore Alessandro Barbero “Lezioni e Conferenze di Storia”.
Spotify crescerà ancora in Italia?
Se in 10 anni sono riusciti ad ottenere numeri sensazionali, non si può dire che possa essere così anche in futuro. In generale, un fenomeno nuovo vive la sua fase di crescita maggiore proprio all’inizio e quindi riteniamo che sia quasi impossibile vedere replicata questa crescita nel prossimo decennio, soprattutto perché Spotify è “aggredita” da altri competitor come Apple Music e Amazon Music.
Nonostante tutto, riteniamo che la crescita di Spotify in Italia non si arresterà, perché continua a offrire dopo 10 anni un prodotto di qualità e che riesce anche ad aggiornarsi continuamente.