Eccolo il nuovo singolo di Simone Tuccio che dopo “Alaska” ed “Effetto collaterale” corre sul filo delle attenzioni raccolte per uscire in radio e sui digital store con un altro brano dal titolo “Domani”: una produzione che si conferma pulita, semplice, ricca di potere evocativo anche grazie alla direzione artistica Tommaso Luzzi/Rokovoko per Mirò BR Productions. E noi come sempre saliamo a bordo della carovana e raccogliamo belle sensazioni anche dopo una intervista interessante come quella che segue…
Le nuove produzioni dimostrano sempre un carattere di internazionalità assai pronunciato. Cosa ne pensi?
Mi fa molto piacere un commento del genere. Penso che sia importante per ogni musicista guardare aldilà dei confini italiani per vedere cosa succede nel mondo e magari cercare di portare anche qui qualcosa che non c’è ancora.
“Domani” secondo te che cosa prende dal passato della tradizione pop? E al futuro invece? Ci guarda?
Sicuramente strutturalmente è una canzone fortemente pop e si rifà molto alla tradizione pop italiana, ma allo stesso tempo una cosa che amo fare in tutte le mie canzoni, dalle più sperimentali a quelle più “tradizionali”, è concentrarmi molto sulla produzione vocale e giocare molto con essa. Penso che la media di tracce vocali nelle mie canzoni sia almeno di 100.
Bello l’inciso che si apre. Mi riporta alla mente la bella canzone d’autore nuova, alla Ultimo e compagnia cantando. Le tue radici?
Influenzato da mio padre ho cominciato prestissimo ad ascoltare i grandi italiani del passato, come Battisti e poi Dalla, che trovo sempre attuali. Poi crescendo i miei ascolti si sono spostati per quanto riguarda la musica italiana verso la scena indie, ascoltando ed essendo sicuramente influenzato da artisti come Calcutta, Gazzelle Frah Quintale e tutto quel filone musicale.
Dal vivo invece che vita stai vivendo?
Per quando riguarda le esibizioni live, al momento voglio concentrarmi più sulla produzione in studio per poi poter mettere su qualcosa da poter portare in giro.
Il tuo suono Urban-pop di questi brani, è un punto di arrivo o senti che presto vivrà altre trasformazioni?
Non mi piace definire un punto d’arrivo. Cerco sempre di fare qualcosa di coerente con quello che ho fatto in passato ma allo stesso tempo innovativo, per cui a volte non so neanch’io cosa aspettarmi dalla mia musica futura.
https://open.spotify.com/track/6Rj70tzkApGRxyYORLrnMy?si=c760a616cb5a4704