Un disco come “Mondo perdona” sembra venir fuori dal grande bacino d’autore della psichedelica anni ’70, da Claudio Rocchi a Finardi passando per un certo gusto prog. Il tutto in una sintesi sonoro di voce e chitarra che poi diviene indie in senso tout court quando il nostro ripesca anche linee di drumming. Luca Amoroso torna in scena senza fronzoli ed estetiche effimere. Un nuovo disco che vorremmo si trovasse in vinile…
Un disco nuovo che arriva dentro un temp che chiama alla contemplazione… che ne pensi?
Penso che dovremmo prenderci più tempo per noi stessi e le nostre menti. Ma non è sempre possibile dal momento che viviamo in un meccanismo di sforzo = ricompensa. Le persone sono sempre a sforzarsi e sono stanche.
Dentro il mio album Mondo Perdona, si entra dentro un percorso di riflessione e contemplazione per cercare di vivere e compatire il mondo con i nostri corpi, dopo averne denunciato i problemi.
Questo disco, è il disco dell’assenza. Si parte vuoti e alla fine c’è una risoluzione.
Anche gli accordi lo dimostrano, l’album inizia in Mi Minore, accordo del pathos e del dolore , e si conclude con il Mi Maggiore, accordo della pace e armonia.
“Perdona” è una parola importante… che rapporto hai con il perdono?
Sto cercando di essere una persona che può concedersi errori e poi cercare di perdonarmi invece che sgridarmi. Con le altre persone ho la paura costante di essere tradito.
Esiste anche una dimensione spirituale in tutto questo? Di fede?
In questo album viene citato un Dio diverse volte, bisogna vedere questo richiamo come un canto disperato di aiuto verso qualcuno o qualcosa di più grande e affidabile di noi, in momenti nei quali abbiamo perso le speranze e pensiamo che tutto sia finito per sempre.
L’amore come si coniuga dentro questo disco?
C’è tanto amore nell’album, un amore quasi sempre malinconico, amori tossici, amore verso se stessi, verso un parente, verso un animale, ma anche una forte tendenza a screditarlo in modo brusco da parte mia, riflettendo poi che l’amore ti riscalda dentro. Questo mi da l’occasione di dire che nell’album sentiamo un vero e proprio canto d’amore tra due creature.
Nella canzone Liquidambar ho avuto l’idea di inserire all’inizio una “conversazione subacquea” tra un capodoglio che si era perso e la madre che lo chiamava.
Si può sentire il verso sin dall’inizio della canzone. Assieme al mio producer Pierluigi, lo abbiamo accordato alla tonalità della canzone, ovvero il Fa diesis minore.
E pensando al titolo? In qualche modo c’è anche un significato ambientalista come a chiedere perdono al mondo… anzi esortando il mondo a perdonare?
Noi dovremmo avere rispetto del mondo e il mondo dovrebbe avere rispetto per noi. Ma è un concetto molto astratto.
Quindi se dovessimo personificare il mondo, allora dovremmo anche compatirlo per tutte le disgrazie che avvengono quotidianamente. Ecco quindi che come recitava una mia poesia, in cui disprezzavo il mondo, dico o forse urlo: “Luca, il mondo perdona!”, come fosse un’esortazione. Quindi in questo senso si può leggere in due modi.
Il mondo deve perdonarci e noi dobbiamo compatire e perdonare il mondo.
Dal vivo?
Farò diverse tappe di concerti per la promozione del disco. Non appena le concorderemo assieme al mio team, verranno subito comunicate. I miei concerti saranno molto particolari.
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