“Come Slc Cgil, in quanto rappresentanti di autori, artisti, interpreti e operatori del settore, veniamo a conoscenza con preoccupazione ed incredulità del fatto che la trattativa sulle utilizzazioni da parte di Meta delle opere tutelate da Siae sarebbe incagliata su questioni di percentuali sugli introiti e ripartizioni analitiche, vale a dire che Meta pretenderebbe di concordare compensi forfettari svincolati dal suo volume di affari in Italia (che secondo l’utilizzatore deve restare sconosciuto) e da qualsiasi dato inerente le utilizzazioni effettive del repertorio tutelato da Siae”. E’ quanto si legge in una nota dela Slc Cgil. “È bene ricordare – si legge ancora – che la Direttiva Barnier, a lungo invocata quando si trattava di liberalizzare il settore, prevede espressamente che gli utilizzatori debbano fornire i dati relativi sia alle utilizzazioni che al volume di affari generato, in modo che la contrattazione possa basarsi su dati reali ed individuare compensi adeguati sia alle giuste spettanze degli autori che ai guadagni in tal modo conseguiti dall’utilizzatore. Non si tratta di prendere posizione nei confronti di questa o di quella collecting, o di giudicare tout court il comportamento negoziale di un grande utilizzatore, ma di rispettare i parametri di contrattazione identificati a livello europeo soprattutto in presenza di chi ha introiti enormi e grandemente differenziati, ricava i propri guadagni solo parzialmente dalla utilizzazione di repertorio tutelato e fruisce per di più di tassazioni di favore”. “In un negozio – prosegue la nota – il prezzo delle merci non lo decide l’acquirente, ma è frutto quanto meno di una valutazione congiunta: la decisione di Meta, di ‘far saltare il banco’ ricattando gli autori italiani (o ti accontenti di quello che decido di darti o boicotto le tue opere), è muscolare ed è sintomatica dell’arroganza del nuovo potere economico ‘virtuale’, quello che dovremmo smettere di finanziare con il nostro consenso e costringere a pagare come tutti le altre realtà commerciali”. (ANSA).
CGIL contro Meta che boicotta la musica italiana
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