Si intitola “Cult” il nuovo disco di Alessandro Alosi, soltanto Alosi per l’anagrafe discografica. Lui che ha scritto belle pagine di scena indie italiana con Il Pan Del Diavolo, torna a confermarsi un cantautore assai maturo in questo suo percorso solista che oggi approda in un bel lavoro di blues acido e di pop che non si priva certamente di soluzioni ampiamente battute… ma tutto con quella estrema personalità di libertà e trasparenza a cui siamo abituati. Nel disco anche belle collaborazioni, dal reggae di Stevie Culture al blues elettrico con Adriano Viterbini o il cantautorato più classico con Massaroni Pianoforti.
Decisamente un disco cult: cosa hai preso dal folk desertico dei tuoi Pan Del Diavolo?
Prima di tutto grazie. Di atmosfere dal suono folk di frontiera ne ho tirate fuori un bel po’, sentivo che mi servivano tutte le energie musicali possibili per dare forza non solo alla mia musica ma anche alle parole e alla comunicazione tutta di quando metti in play o suoni dal vivo un brano.
Bella questa copertina: mille piani di lettura diversi. La musica che si riverbera in dissenso?
La musica diventa metaforicamente un’arma e dovrebbe essere sempre così.
Dovrebbe contenere spirito dare qualcosa alle persone e smuoverci. Oggi invece molto si è appiattito per fare spazio a deliri di onnipotenza da grandi numeri o da tik tok. Tutti vogliono fare una passeggiata sul red carpet ma l’unica cosa che resta indietro spesso è proprio la musica genuina.
https://www.youtube.com/watch?v=3A2ToJE1xEI
La distorsione è un ingrediente portante per tutto (o quasi) il disco… che significato c’è dietro questa scelta di arreda il suono? Se c’è ovviamente…
Mi piace questo punto di vista penso che la distorsione e sia un pò’ come il piccante in cucina .Il giusto non guasta anzi esalta.
Ed è inevitabile parlare di pandemia. Ci sono brani come “Universali” o “Punto di non ritorno” che personalmente mi ci fanno pensare… tu che mi dici?
Si purtroppo ci si passa sempre, fino a quel momento stavo lavorando a canzoni molto diverse da “Cult” più simili a 1985 poi le mie vicende personali, familiari e tutto il contesto mi hanno portato a fare una scelta radicale, cancellare tutto e ripartire solo con canzoni che fossero per me indispensabili.Ragionando sul perché a qualcuno dovrebbe importare quello che canto ho aperto il mio cuore a nuovi musicisti e nuovi generi, vedi la collaborazione con Stevie Culture.Ho imparato molto da quel periodo.
A chiusa: si torna dal vivo? Dove e quando?
Ho appena chiuso il tour invernale e stiamo organizzando il tour estivo con un occhio particolare al sud. Una frase che mi rimbomba in testa me l’hanno detta dopo il concerto di Palermo “ripartire la dove tutto è cominciato”.
https://open.spotify.com/album/6967xj34zp4rlV7za3aHU7?si=d5b8283dac6b43a3