Los Angeles ma anche l’Italia del dancefloor, delle balere, del glamour anni ’80 e ’90. Il tutto anche in quel certo modo di vestire i panni di una boyband che fa il suo esordio in questo futuro digitale con un disco dal titolo antico: “Romantici”. Sono i Five Hundred che abbiamo ampiamente accolto con il singolo “Gelosia cronica” e ora, come da prassi indaghiamo da vicino…
Partiamo dal video che abbiamo ampiamente celebrato: avete confermato con il disco quel retrogusto vintage o sbaglio?
Assolutamente sì. Il gusto vintage appartiene completamente a noi.
E perché, se posso, questa continua ricerca del passato? Per voi che significa?
Questa nostra ricerca del passato è dovuta alle nostre influenze musicali e artistiche che abbiamo ricevuto fin da quando eravamo piccoli. I nostri genitori hanno sempre ascoltato musica dei loro tempi e questo ha avuto un grosso impatto sulla nostra identità artistica. Cercare e ritrovare il passato significa semplicemente essere coscienti: sapere da dove veniamo per spingerci oltre.
Parliamo di suono: molte belle soluzioni innovative, figlie del futuro digitale… come avete lavorato al disco e con quale ottica?
La produzione del disco è stata una bellissima esperienza. Abbiamo lavorato con Paolo Caruccio, un bravissimo produttore di Torino e Denis Chiatellino, un talentuoso ed emergente songwriter che ci ha aiutato con la scrittura delle linee melodiche della voce. Tutti insieme abbiamo cercato un suono unico nel suo genere che mischiasse il Pop del 2023 alle nostre influenze anni ’70-’80 e al cantautorato italiano, di cui siamo grandi fan. Il brano dell’album in cui abbiamo sperimentato di più è stato “Fulvio Chiasso”; qui si possono notare grandissime influenze “daftpunkiane”.
Dopo tanti live si arriva ad un lavoro personale: è il raccolto di tutto questo tempo oppure il disco porta in scena le nuove cose del vostro modo di pensare alla musica?
Diciamo che è un po’ un mix delle due cose. I live ci hanno permesso di conoscere tanta gente e di capire che cosa le persone si aspettassero da noi. Ovviamente noi avevamo un’idea musicale già bella precisa e questo ha facilitato le cose rendendo “Romantici” un piatto appetibile per quasi tutti i palati.
E guardandosi attorno: siamo alle porte di un nuovo Sanremo e alle nuove voci come appare il mondo discografico italiano?
Secondo noi, il mondo discografico italiano è in un momento di rivoluzione. Il ricambio generazionale è evidente e infatti questo sembrerebbe essere il momento perfetto per portare un genere che in Italia deve ancora confermarsi definitivamente. Il nostro album è giovane però allo stesso tempo, soprattutto da un punto di vista musicale, fa pensare a un mondo che non c’è attualmente nel nostro Paese. Queste sono due caratteristiche che rendono “Romantici” un prodotto supervalido.
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