Dal bonus per l’acquisto di uno strumento musicale agli aiuti alle scuole che coltivano il talento musicale dei ragazzi impegnati a suonare. Sono alcune misure contenute nel disegno di legge a “sostegno della musica popolare contemporanea e in materia di associazioni musicali amatoriali” presentato in Senato da Paolo Marcheschi, capogruppo Fdi in commissione Cultura. Il provvedimento punta a valorizzare e incentivare il ruolo della musica nella società, dedicando particolare attenzione ai generi ricompresi in ciò che è comunemente definito “pop”. Con la dicitura “musica popolare contemporanea”, spiega Marcheschi “si vuole intendere un’ampia gamma di generi musicali fruibili da un pubblico di massa tra cui sono compresi pop, rock, elettronica, jazz, rap, hip hop, trap, ecc”.
Troppo spesso la musica “popolare contemporanea” viene associata “a semplice intrattenimento o utilizzo artistico-commerciale, trascurando di fatto il contributo reale che negli anni ha apportato nella nostra società quale potente fattore di comunicazione e crescita sociale e civile, soprattutto tra le nuove generazioni ed i giovanissimi”, rileva il senatore Fdi che aggiunge: “Non è da sottostimare, inoltre, l’effetto propulsivo a livello economico che tale settore musicale ha avuto nel tempo, sia a livello nazionale sia a livello internazionale, essendo di fatto ambito di occupazione non marginale per artisti, operatori e tecnici e, in molte regioni, anche importante fattore di attrattività turistico-culturale”. Il disegno di legge, rimarca Marcheschi, “va nella direzione di valorizzare una parte del nostro patrimonio culturale troppo spesso dimenticata. L’educazione musicale è uno dei tanti strumenti di crescita civile e sociale di ogni cittadino e lo Stato ha il dovere di promuovere la conoscenza di tutto il patrimonio artistico musicale e la partecipazione attiva dei cittadini alla vita culturale musicale del Paese”. L’Italia ha “da sempre nel suo dna un talento artistico e musicale innato. Tutto il mondo ci conosce per la nostra musica, per i nostri artisti e compositori ma pochi riescono a diventare i Maneskin, Pausini, Ramazzotti o altre pop star, vanto del nostro Paese”.
Il primo degli otto articoli di cui si compone il ddl Marcheschi provvede a definire la forma associativa delle associazioni musicali amatoriali di musica popolare e contemporanea, per le quali sono previsti alcuni specifici contributi e vantaggi. Tali associazioni dovranno, ai sensi dell’articolo 2, essere iscritte ad un apposito elenco creato presso il Ministero della Cultura. L’articolo 3 prevede che le associazioni musicali amatoriali di musica popolare e contemporanea rientrino nella disciplina relativa agli enti di tipo associativo di cui al Testo unico delle imposte sui redditi. Ai sensi dell’articolo 4 una parte della quota del Fondo Unico per lo Spettacolo già riservata ai settori di musica e danza, pari al 5% viene riservata esclusivamente all’attività musicale svolta da enti o associazioni riconosciuti che operano nell’ambito della musica popolare e contemporanea. All’articolo 5 si integra la legge delega relativa alla riorganizzazione delle disposizioni sullo spettacolo, indicando chiaramente che i decreti legislativi adottati in sua attuazione dovranno includere disposizioni specifiche volte alla promozione e valorizzazione della musica popolare contemporanea.
L’articolo 6 prevede l’istituzione presso il Ministero della Cultura, di un Fondo da cinque milioni di euro per le attività relative alla musica popolare e contemporanea svolte dalle scuole di musica iscritte nei registri regionali e da quelle riconosciute da una pubblica amministrazione nonché dalle associazioni musicali amatoriali di musica popolare contemporanea. L’articolo 7 ripristina, seppur con importi e una platea differenti, il bonus strumenti musicali. Nel dettaglio, a decorrere dal 2023, nel limite complessivo di cinque milioni di euro annui, agli studenti di età compresa tra i 5 e i 23 anni iscritti ai licei musicali e a corsi musicali presso conservatori di musica, istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), scuole di musica iscritte nei registri regionali, scuole di musica riconosciute da una pubblica amministrazione, nonché alle associazioni musicali amatoriali di musica popolare contemporanea, è concesso, una tantum, un contributo pari al 50 per cento del prezzo finale, entro un limite massimo di spesa di euro 1.000, per l’acquisto di uno strumento musicale nuovo, coerente con il corso di studi o con l’attività dell’associazione. Infine, l’articolo 8 reca gli oneri derivanti dall’attuazione della legge che sono pari a 10 milioni di euro annui a partire dal 2023.