Beh di Michele Fenati abbiamo parlato in lungo e largo anche e soprattutto in occasione del brano “Il mio nome è Aurelio” dedicato alla figura del Maestro Secondo Casadei e quindi anche icona di una certa cultura del liscio e di una certa storia italiana. E coma anche ampiamente accennato in scorse pubblicazioni, siamo felici di approfondire questo suo disco di inediti in studio dal titolo “Dall’altra parte del mare”: uno sguardo alla vita in un modo fatto di pop d’autore dentro cui c’è pulizia e coerenza e tanto mestiere di bel canto italiano. E in fondo dalla sua voce (e dalla sua carriera) non potevamo che attenderci altro… ultima curiosità: il disco è disponibile anche in una VHS. Eh si perché dentro una custodia che era quella di una vecchia VHS troviamo il disco in digitale e altri corredi utili e fisici al viaggio che ci regala l’opera.
Abbiamo ampiamente celebrato il tuo omaggio a Secondo Casadei. Devo dire che questo disco in qualche modo tradisce le attese che banalmente le avevamo ancorate a quel mondo classico… come mai questa direzione più “pop”?
Quando scrivo una canzone non mi pongo il problema di quale direzione debba prendere. E’ un disco molto vario perchè raccoglie vari momenti anche distanti tra loro. Ma poi, cosa significa pop? Totò diceva che è molto più facile far piangere che far ridere, per usare una metafora.Io scrivo canzoni sperando che qualcuno possa ascoltarle e apprezzarle. Tutti amiamo “anima Latina” ma poi vorremmo aver scritto il ritornello “o mare nero, mare nero, mare ne”…
Anche poi chi ha criticato da sempre il festival pop per eccellenza adesso è in prima linea per salire sul palco dell’Ariston. Quindi, nel 2023, che cosa significa pop?
Dunque una parte inedita di Michele Fenati… soltanto ora perché?
All’inizio della mia carriera ho prodotto 2 album di inediti. Adesso, perchè avevo necessità di fermare un insieme di momenti che negli anni ho creato e ho vissuto. I live sono la vita, ma ogni tanto serve una stanza dove fermarsi per riuscire ad ascoltarsi.
Musica moderna e grandi soluzioni classiche. Un misto, anzi un punto d’incontro: il futuro per te che genere musicale suona?
Per quel che mi riguarda, mi piacerebbe un ritorno alla musica ascoltata e letta, e non solamente come sottofondo di qualcos’altro.
Ed oggi com riesce a dialogare questo disco con le nuove normalità?
Sarebbe importante capire quali siano veramente le nuove normalità e per chi. Se la nuova normalità è sostituire le persone con una mente artificiale il dialogo non mi interessa. Il disco può piacere o non piacere, ma si rivolge a chi ha voglia di ascoltare. Siamo ormai abituati ad adeguarci a quel che ci viene buttato addosso, e questo, sinceramente, non mi piace.
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