I diversi settori di intrattenimento sono soliti intrecciarsi fra loro, dando vita a nuove forme e ad associazioni che, volenti o nolenti, si fissano nella nostra mente e faticano ad abbandonarci.
La più evocativa, in questo senso, è certamente la musica. L’esempio più eclatante di come poche note possono rimanere impresse nei meandri del nostro inconscio è facilmente rinvenibile nel mondo della pubblicità, che più volte si è servita di motivetti accattivanti appositamente studiati o di brani arcinoti per catturare la nostra attenzione. Portandoci invariabilmente a collegare una determinata canzone a un brand, un prodotto, un testimonial.
Un meccanismo che non funziona solo con la pubblicità, ma appunto anche con gli altri canali di intrattenimento, che non risparmiano investimenti in colonne sonore accattivanti per innestare quell’immediato rapporto simbiotico con l’utente.
Gli esempi sono moltissimi e, ovviamente, il mondo del cinema regna sovrano in materia, con alcune delle scene più iconiche strettamente legate al sottofondo musicale scelto. È, ad esempio, ormai impossibile vedere la celebre immagine degli elicotteri stagliati sul cielo infuocato di Apocalypse Now senza riprodurre mentalmente le note della Cavalcata delle Valchirie di Wagner. O ripensare alla scena finale di Fight Club e al crollo di grattacieli e palazzi dietro alle sagome di Tyler e Marla senza sentir partire il rullante dei Pixies e il giro di chitarra di Where’s My Mind?
Collegamenti ed evocazioni che non mancano neppure nell’universo videoludico, come ci ha raccontato Lamberto Rinaldi di Gaming Insider: “Ne sono testimoni i gamers degli anni Novanta, che sono rimasti segnati dal vincolo indissolubile che lega FIFA 98 di EA Sports al Whoo-hoo di Damon Albarn e all’inconfondibile riff di chitarra Song 2 dei Blur”.
E proprio gli anni Novanta sono quelli che hanno infranto questa barriera fra universi. “Sempre il 1998 ha, infatti, reso protagonista del primo Gran Turismo un altro gruppo britannico. È dei The Chemical Brothers il remix utilizzato come intro della versione americana ed europea, con quest’ultima che ha regalato poi spazio anche ad As heaven is wide dei Garbage, altro gruppo rappresentativo del genere musicale dell’epoca”, continua Rinaldi.
Un trend che non è stato abbandonato e che negli ultimi anni ha coinvolto anche i generi più di nicchia, raggiungendo anche l’universo del gambling. E Rinaldi spiega come, in questo particolare settore, oltre all’impiego di musiche e jingle originali, sia stata seguita la scia del rock, rivelatosi una scelta vincente soprattutto nel mondo delle slot machine: “Sono tantissimi i titoli che si ispirano all’universo musicale, ma i rockers hanno la meglio. Si parte dalle inconfondibili barbe e di riff degli ZZ Top, all’indimenticato Jimi Hendrix sulle note di Foxy Lady, fino ad arrivare ai distorsori di Slash, in un titolo che è un vero e proprio plauso alla carriera dei Guns N’ Roses, in cui è addirittura possibile scegliere fra i brani più famosi, all’interno di una piccola playlist”, continua l’esperto di Gaming Insider.
Canzoni che danno carica e ritmo alle sessioni di gioco e deliziano i timpani degli amanti del genere. “Le software house che producono titoli gambling sono particolarmente attente alle esigenze degli utenti, i quali richiedono di sperimentare esperienze uniche. In questo senso, gli elementi audiovisivi costituiscono una parte fondamentale della produzione e, se ben combinati con storytelling e meccaniche di gioco, possono decretare il successo di un titolo, ma anche della stessa azienda produttrice”, conclude Rinaldi di Gaming Insider.