Jampa Capolongo è uno di quegli artisti che, finché non li scopri, non sapevi di averne bisogno: perché siamo fatti così, nell’era della liquidità e dell’annegamento che ne deriva ci troviamo spesso inclini a dimenticare le cose che ci fanno stare bene, abituandoci allo stesso tempo alla mediocrità di una contemporaneità erosiva, che consuma senza lasciare traccia di un passaggio.
Ecco perché, oggi, diventa ancor più importante ricercare, indagare il presente e provare a rintracciare tra le pieghe dell’oggi quello che un domani potrà servirci da monito, da libretto delle istruzioni utile a tirarci fuori dalla palude del quotidiano: “Non vale di meno” è l’urlo liberatorio, sotto forma di carezza e placido sussurro, che sveglia da un torpore letargico e dalla paura che, oggi, siano davvero “solo canzonette”.
Un percorso lungo, variegato, quello di Jampa, che riafferra per le corna solo oggi il toro della canzone dopo uno stop durato qualche anno dalla pubblicazione, nel 2016, del suo primo disco “Pensieri in scala”. Ecco perché l’arrivo di “Non vale di meno” diventa ancor più importante, sia per il cantautore che per chi lo ascolta.
Ciao Jampa, e ben trovato su MEI. Dobbiamo dire la verità, non conoscevamo il tuo nome e abbiamo capito subito di doverci redimere dal peccato: chi è Jampa Capolongo, e dov’è stato per tutti questi anni?!
Un onore essere qui. Jampa è innanzitutto una persona a cui piace parlare, condividere, nutrirsi attraverso il confronto, osservare. La mia parte artistica è una conseguenza di tutto questo e che trova – attraverso la forma canzone – un modo pratico per esprimersi. In tutti questi anni dove ero?….vediamo…..ero esattamente al mio posto 🙂 ….magari un pò più riflessivo del solito…..perché mi sono preso il mio tempo per pubblicare questo disco.
Hai esordito da solista nel 2016 con un disco denso, “Pensieri in scala”, che possedeva già una forza evocativa tale da lasciar intuire l’importanza che ha per te la scrittura. Che ricordi hai di quel lavoro, e quanto ti senti diverso da allora?
Pensieri in scala è stato un album importante perché ha puntellato davvero quello che poi è diventato il mio carattere artistico. L’uso delle parole e delle metafore ad esempio è persino portato all’eccesso in qualche brano, perchè sentivo l’esigenza di spingermi oltre ai miei limiti . Anche trattando temi diversi dall’amore. Non mi sento diverso da allora ma solo maturato, anche nelle scelte di produzione e nel colore dei suoni che ho confezionato nelle produzioni successive.
Nella vita hai fatto un po’ di tutto, e leggendo le tue informazioni scopriamo che hai una certa passione per la vita “raminga”, passata a scorrazzare qua e là. Quali credi siano state le esperienze che hanno davvero cambiato la tua vita, fin qui?
Io amo viaggiare, non solo tecnicamente ma anche mentalmente. Il viaggio ti porta fuori dal tuo quotidiano e immagazzina esperienze culturali ed emotive che nutrono il tuo esistere. Quindi spesso ho fatto spostamenti, cambiamenti, che mi hanno aiutato a tenere vivo il fuoco della creatività e dello stimolo. L’esperienza che forse mi ha più cambiato la vita è stata quella di tornare a New York molte volte, perchè quella città ha qualcosa di assoluto che ti entra nella vene.
Il tuo nuovo singolo ha una forza immaginifica potentissima, una sorta di magma che si muove incessantemente spinto verso l’alto da una voce che, come la tua, non teme le altezze. Quali sono i riferimenti che senti essere più centrali nella tua scrittura?
Ho tanti riferimenti essendo partito dalla musica classica e poi quella cantautorale, fino all’ R’n’b e alla musica elettronica. Se devo citarne alcuni direi Sting, Burial , Massive Attack , Alicia Keys, Lauryn Hill , Lucio Dalla, Depeche Mode, Meg, Pino Daniele, Daniele Silvestri e Niccolò Fabi.
Il tuo brano pare in qualche modo essere figlio di quel senso di “svuotamento di significato” che abbiamo vissuto in questi anni. Quali cose hai imparato “valere di più”, negli ultimi tempi?
Il sorriso della persona che amo. L’abbraccio di un amico. Le parole dei miei genitori. Un caffè con mia sorella. Credere ad un progetto di vita. La stima delle persone a cui tengo. Dedicarsi del tempo di qualità.
La produzione di “Non vale di meno” oscilla fra pop vecchia scuola e un afflato che apre verso l’elettronica. Ci racconti come e con chi hai lavorato al tutto?
Ho lavorato in pre produzione da solo nel mio studio, perchè il nucleo ho sempre l’abitudine di farlo nascere cosi. La stesura e la direzione in quella fase sono già abbastanza chiare. Poi quando passo alla produzione il cerchio si allarga perchè ho piacere che il tutto si contamini anche dell’esperienza e del gusto di altri musicisti. Ho registrato al cantinedibadia studio con Giovanni Sala , io ho suonato le tastiere e add di vario genere , Lorenzo Cioli le chitarre, Daniele Pacini le batterie, Riccardo Turchini il pianoforte.
E ora? Dovremo aspettare altri sei anni, prima di riascoltare qualcosa di nuovo?! Dicci di no!
Nooooo! Abbiamo pronti già altri due singoli che usciranno nei prossimi mesi e l’intero album che verrà pubblicato nella primavera del 2023. Promesso.