♪ PAREIDOLIA MUSICALE ♪
Rubrica a cura di Andrea Gioè
- Raccontaci brevemente chi è Nevruz.
Una persona che ha subito parecchie ingiustizie dalla vita, violenze e che ha sofferto moltissimo fin dalla tenera età, che però grazie alla musica, alla poesia e all’arte, ha trovato la propria salvezza, dando un senso alla propria esistenza e al suo passaggio su questo pianeta.
- Per la playlist AIA Artists for Spotify ci hai proposto “Tunnel di follia”.
Cosa significa per te questa canzone? Quando l’hai composta? Che risultati hai già ottenuto? Dove desideri possa arrivare?
Tunnel di Follia nasce dall’incontro artistico con il mio primo allievo e coautore del testo, Paolo Neri, in un periodo dove esploravo e cercavo di spingere la mia voce oltre i limiti, mediante gli studi compiuti dal Maestro della Voce Demetrio Stratos.
Mi piaceva l’idea e immaginavo cosa avrebbe potuto fare Stratos se avesse potuto incontrare il genere New Wave degli anni ’80, come ad esempio quello dei Krisma. Il brano ha una dinamica volutamente spinta al massimo, proprio per infondere all’ascoltatore quella sensazione di ritrovarsi di colpo catapultati in un tunnel e ad alta velocità, immagine che rispecchia la società in cui viviamo.
Il testo, ermetico e volutamente simbolico, descrive, tramite una metafora con una storia d’amore problematica e sull’orlo del baratro, l’alienazione e l’emarginazione delle persone più sensibili che si ritrovano a scontrarsi con un mondo sempre più apatico, finto e distopico, che le spinge al totale rifiuto dell’omologazione, trovando pace solo nell’Amore per l’arte, anche quando quest’ultima sia sovente incompresa. Più che al “dove”, confido di più nel “a chi” possa arrivare questo brano, ossia a tutti coloro che si sentiranno riconosciuti, raccontati e finalmente compresi attraverso queste parole.
- Per quale buona ragione la gente dovrebbe ascoltare e acquistare la tua musica?
Sono certo che ascolterebbe pura Musica, colta e fatta da musicisti straordinari su poesie e riflessioni profonde.
- Sei mai stato definito la copia di qualcuno?
Che io sappia no, ma ad ogni modo chi ha la tendenza ad etichettare per forza qualcuno credimi non ha di sicuro la mia attenzione. Per me non hanno valore le parole precoci, soprattutto quando non si è mai fatto le dovute verifiche, credo sia più giusto esprimere una propria opinione e farsi un idea più chiara, solo dopo aver ascoltato un artista dal vivo.
- Quanto contano veramente per te le tue canzoni?
Le mie canzoni sono tutto perché mi tengono in vita e senza di esse oggi non sarei qui. - Quanto tempo dedichi alle tue composizioni musicali?
Più tempo possibile, ogni qual volta ne ho occasione e possibilità.
- Sai cos’è la Pareidolia? Mentre stai rispondendo a questa intervista, alza gli occhi al cielo (guarda fuori dalla finestra) e dimmi cosa vedi?
Riassumendo è lo sguardo dei poeti.. mi viene in mente “L’infinito” di Giacomo Leopardi… ad esempio nel mio brano ” Quando Muore il Poeta ” viene descritto il mondo privato dello sguardo del poeta che data la natura della domanda varrebbe a questo punto la pena andarselo ad ascoltare. Vedo uno spazio infinito tra le foglie appassite di un acero, dove posso immaginarmi finalmente in volo staccato dal corpo, tramutarmi in suono e dipingere le nuvole …
- Se dovessi definire le tue canzoni come figli, potresti dire di avere un figlio prediletto?
No davvero non sarei in grado di scegliere …per fortuna a quello ci pensano i discografici 😂
- Quanto è versatile la tua voce?
Sicuramente troppo per questi tempi 😂 poi come tutti ho i miei limiti che però mi piace sfidare in continuazione. Per stare al passo coi tempi dovevo o disimparare tutto o piuttosto trovare un punto d’incontro, sicuramente lavorando e interagendo con i Regaz più giovani, attraverso la scuola questo accade, impari il loro linguaggio, scopri le loro tendenze musicali ed è possibile talvolta poter fare collegamenti col passato dando a loro volta la possibilità a loro di scoprire Musica del passato quindi ci si lascia ispirare da un incontro e da uno scambio culturale. Bisogna solo avere orecchio per ascoltare, sete di informazione e nutrirsi di esperienza e avere un reale contatto con le nuove generazioni.
- Qual’è stata l’esperienza musicale più figa che hai vissuto in tutta la tua carriera?
Sicuramente aver cantato con gli Elio e Le Storie Tese, Johnson Righeira, Gli Area, Gianni Leone “Il Balletto Di Bronzo” e con gli SkiAntoS. Diciamo ogni qual volta io abbia avuto il privilegio di condividere il palco con giganti della Musica. Però senza togliere nulla a nessuno oggi posso dire con certezza che cantare con la NeVRuZBAnD, portare in giro la mia musica sia la cosa più figa che mi potesse capitare nella vita.
- Qual è stato il tuo rimpianto artistico più grande?
Non ho rimpianti artistici, perché tutto quello che ho fatto o non ho fatto è stato frutto di una scelta Libera che partiva sempre dall’esigenza personale di dover esprimere la mia arte per stare bene con me stesso. Oggi dopo il terzo album, credo di essermi liberato a sufficienza e ora vorrei realizzare nuove collaborazioni artistiche e guardare avanti. - Abbiamo scelto il videoclip “L’immigrato” per MEITV. Ti va di raccontarci qualche aneddoto sul making of di questo video?
Non ho particolari aneddoti se non il ricordo di un grande coinvolgimento di chi ha creduto moltissimo in questo brano e nel suo messaggio. Realizzammo il videoclip per l’iscrizione ad Area Sanremo ma il brano arrivò undicesimo e non andò a Sanremo Giovani. Fece però successivamente il suo percorso con Amnesty International che presentò la Compilation di “Voci X la Libertà” assieme a Diodato, Nada e altri artisti al Premio Tenco vincendo il premio come miglior album a progetto dove all’interno è presente anche questo brano.
- Ti senti più Dr. Jekyll o Mr. Hyde?
Come si fa a non essere entrambi ?!? 😂
- Artisticamente parlando … cosa ti ha fatto più incazzare in questi anni?
Artisticamente nulla, anzi sono molto orgoglioso dei miei dischi e del lavoro svolto in questi anni con grandissimi musicisti di fama nazionale e internazionale. Per questi tempi sono un Artista “Borderline”, possiamo dire quasi con certezza che stiamo assistendo alla storia più lunga di un emergente, un’incredibile carriera di clamorosi insuccessi ( ride ). Scherzi a parte onestamente sfiderei chiunque davvero a non riuscire a rendersi conto del lavoro abnorme dietro a un album come ” IL MIO NOME È NESSUNO “, un album del quale sono molto orgoglioso. - La tua arte si è prestata al teatro, all’insegnamento del canto e tanto altro. Vuoi raccontarci di più di queste esperienze?
Ho iniziato un percorso di collaborazione in questi anni con alcune associazioni culturali del territorio come ad esempio Trame 2.0 e social Point di Modena rivolte al sociale, attraverso il mio laboratorio LA VOCE CHE CURA e anche nelle scuole superiori assieme a diversamente abili, negli ospedali psichiatrici sono stato affiancato dai medici per percorsi di reinserimento sociale per i minori attraverso l’arte così come nei centri di accoglienza per minori immigrati e senza genitori. Questo ha preso forma quando in me è giunta la consapevolezza di poter riportare i miei studi e la mia esperienza al servizio del prossimo in altre forme, non solo per se stessi ma rivolgendosi a chi si sente più sofferente ed emarginato, proprio perché avendo vissuto sulla mia pelle l’occasione di salvezza che è stata per me la musica, ho compreso che potesse essere una possibilità importante anche per coloro che apparentemente non hanno talento quando invece va semplicemente scoperto, nutrito e in alcuni casi solo risvegliato. Insegno inoltre Canto Pop Rock e Sperimentale in due scuole private, una a Bologna ” Vecchio Son” e al ” Teatro Tempio di Modena” in veste di preparatore di nuovi artisti emergenti. Al Teatro Tempio, porteremo inoltre in scena il prossimo anno, con alcuni di loro, uno spettacolo dal titolo NELLA RADIO.
- Nel cassetto dei tuoi sogni ci stanno tre duetti. Se potessi dargli un nome, a quale artista preferito li attribuiresti?
Roberta Giallo, Omar Pedrini, Verdena.
- Chi è il tuo fan più fedele e sincero?
Senza ombra di dubbio quello che oggi viene ai miei concerti. - Ti ho conosciuto con “Tra l’amore e il male” ad X-Factor, ti ho sempre trovato tra gli artisti più credibili ed originali degli ultimi anni del panorama musicale italiano. Cosa porti nel cuore di quell’esperienza mainstream e quanto è importante per te questa canzone?
Ti ringrazio infinitamente per il tuo pensiero. È un brano al quale sono molto legato, di quel periodo porto nel cuore l’affetto delle persone, quello di chi mi ha sostenuto nonostante fossi ancora piuttosto acerbo rispetto ad oggi e poi sicuramente le amicizie rimaste nel tempo come quella con Morgan, Elio e Luca Tommasini.
- Eventi e progetti futuri ne abbiamo?
Sto lavorando al mio quarto album e conto nel 2023 di poter uscire con un primo brano. - Manda un saluto speciale a tutti i lettori del MEI e dicci dove possiamo trovarti e ascoltarti.
Un saluto speciale a tutti i cultori e sostenitori della musica indipendente, vi invito a seguirmi sui miei social per seguire i miei eventi e ad ascoltare “IL MIO NOME È NESSUNO” fatemi sapere cosa ne pensate e poi io naturalmente vi aspetto ai miei concerti dal vivo, che per fortuna rimangono ancora l’esperienza migliore che si possa condividere.
NeVRuZ.
Tunnel di follia di NeVRuZ è presente in AIA Artists for Spotify Vol.1 https://open.spotify.