perché da più parti delle nuove voci italiani (e non solo) si leva un grido di urgenza verso un ritorno alle origini, alle dimensioni umane, a legami con una vita più umana e meno futuristica. Giuseppe Brogna ci regala un disco in bilico tra produzione e modi intimi e acustici dal titolo emblematico “Vivere piano” uscito lo scorso settembre per Emic Entertainment, edizioni Expanded Music. Una produzione interessante firmata da Nicola Bavaro dentro cui il tempo e la velocità sono la chiave di lettura per immergersi all’ascolto… determinante anche la bellissima copertina che accompagna l’opera in distribuzione dentro i principali canali digitali.
Perché vivere piano? Qual è la velocità della vita secondo te?
Il titolo è una dichiarazione di intenti. Vivere piano è un invito a fare attenzione, a non tuffarsi ad occhi chiusi nella voracità dei tempi moderni che, lo sappiamo bene, sono innaturali. Con questo non voglio passare da un eccesso all’altro perché il presente va anche accettato così com’è. Semplicemente pongo delle domande e cerco di stimolare chi ascolta a sentire il proprio tempo interiore, il suo ritmo. Quella è per me la velocità giusta.
E tu come reagisci a questa inevitabile fretta che tutto e tutti hanno?
Reagisco fermandomi, a volte. Non è facile, ma provo a farlo. Fermarsi non vuol dire bloccarsi, ma fare attenzione a quello che ci circonda, apprezzare i dettagli. La frenesia rende tutto uguale e indistinto, rallentare aiuta a conoscere e a conoscerci. Poi in verità, non sempre ci riesco, ma fa parte del gioco anche questo.
https://www.youtube.com/watch?v=QvIB40gSp3M
E parlando del suono di questo disco, secondo te come interpreta tutto questo?
C’è stato un lungo lavoro insieme a Nicola Bavaro che ha curato la produzione e gli arrangiamenti per cercare un suono che descrivesse al meglio i significati delle canzoni. E’ un suono che miscela elementi acustici ed elettronici puntando ad un equilibrio tra tradizione e innovazione. E’ un sound che mi descrive molto, è un vestito che sento bene addosso e che mi rispecchia. Trovo che sia ideale per le canzoni di Vivere Piano perché tutti i brani parlano di una costante ricerca di equilibrio: abbiamo cercato di comunicarlo sia con le parole, sia con i suoni.
Che poi ai margini anche il rock e le sue piccole distorsioni spezzano la quiete… o sbaglio?
Esatto, ma anche questo fa parte del paesaggio sonoro del disco. Vivere Piano, ci tengo a dirlo, non parla solo di quiete, ma anche e soprattutto di tumulti interiori, di sfide, di problemi da affrontare. E’ un concentrato emozionale di desideri e sentimenti con le loro dinamiche, i loro alti e bassi.
Un disco come “Vivere piano”, dalla bellissima copertina che mostra… lo avrei atteso quasi silenzioso, di pochi suoni, sospeso… che ne dici?
La copertina si pone l’obiettivo di rappresentare la dualità dei contenuti del disco stesso: un cielo che può anche essere mare e che quindi rappresenta sia l’alto che il basso; una pietra che può essere d’aiuto per uno slancio oppure ostacolo insormontabile. E’ un’immagine composita che vive di contrasti, così come il messaggio del disco che invita ad affrettarsi lentamente. Vivere è l’azione più impulsiva e istintiva di tutte, farlo piano, con attenzione, vuol dire prendersi cura della vita stessa. Come ho detto poco fa, il suono di questo EP cerca volutamente i contrasti e vuole che diversi mondi coesistano tra loro per restituire insieme alle parole il messaggio fondamentale che sta alla base di tutte e quattro le canzoni: la necessità di andare avanti nonostante tutto, prendendo il bene e il male da ogni cosa.
https://open.spotify.com/track/5327IBt7ZLRGu68TiGc8Gi?si=9b90e53847ed4bcc