Quando la canzone d’autore incontra il rock che tanto deve ai fasti della nostra bellissima provincia di quando giravano gli anni ’90. In scena il primo disco eponimo dei Magazzino San Salvario che ci regala ben 10 inediti dentro cui svetta il singolo “Europa chiama Italia” impreziosito anche dalla collaborazione di Federico Sirianni. La direzione di produzione di Pietro Giay e quel colore sgargiante nella sobrietà e nella semplicità con cui la vita viene narrata, tra divertimenti e immersioni contemplative. Forse una bella quanto sincera declinazione del folk…
Il rock istituzionale, quello italiano, quello scanzonato che diverte… ma sotto sotto quanta malinconia si sente?
Scanzonato e divertente, ma non solo!!! Per noi l’ironia è certamente un mezzo fondamentale; una lente attraverso cui guardare la realtà che ci circonda; ma dietro un’apparente leggerezza si nasconde sempre una riflessione più profonda. Nella nostra formazione musicale, oltre al rock, è stata fondamentale la lezione di alcuni grandi cantautori italiani, da Bennato a Rino Gaetano da Jannacci a Gaber, degli autentici maestri che hanno fatto dell’umorismo (nel senso pirandelliano del termine) un’arma tagliente con la quale affrontare anche argomenti e tematiche molto serie. Detto questo, ci tengo a sottolineare come il nostro disco contenga anche numerosi brani, quali ad esempio “Cose che non ti ho mai detto”, “Oceano Mare” o “Voglia di vivere” che invece vivono di atmosfere molto intense, con testi fortemente introspettivi ed impegnati. Ecco, penso che proprio in questa alternanza di situazioni stia uno dei punti di forza e delle peculiarità dei Magazzino San Salvario. Vorrei che chi ci ascolta fosse in grado di cogliere questo, senza fermarsi alla superficie.
Ho come l’impressione che questo esordio sia figlio di una “società familiare”… come se questo disco nasca prima tra amici e poi tra colleghi… o sbaglio?
É esattamente così!!! Dopo aver suonato per tanto tempo nelle più svariate situazioni, per questo nuovo progetto musicale ho sentito l’esigenza di circondarmi di persone a me care, alle quali mi lega un rapporto di amicizia fortissima ed addirittura fraterna, come nel caso del chitarrista Giovanni Caire!!! Come ho detto, nel disco ci sono anche alcuni brani intimi e personali nei quali mi metto a nudo; prima di farli ascoltare al pubblico era per me fondamentale condividerli con i miei amici. La sintonia all’interno del gruppo è davvero perfetta; il divertimento ed il piacere stare insieme sono alla base di tutto ciò che facciamo, e credo che questo si percepisca fortemente soprattutto nei nostri concerti, sempre carichi di energia positiva e coinvolgenti per il pubblico. Il fatto poi che i miei migliori amici siano anche musicisti straordinari, certamente aiuta!!!
I colori accesi sono una prerogativa? Conta l’eccentricità o il non prendersi sul serio?
Personalmente ho sempre diffidato dalle persone che si prendono troppo sul serio. “Ridere di se stessi vuol dire amarsi” recitava un noto aforisma che condivido in pieno!!! Va anche detto però che oggigiorno certa critica confonde purtroppo l’umorismo e la leggerezza con la superficialità e la scarsa qualità, e dunque pare che ormai l’atteggiarsi ad artista “serio ed impegnato” sia diventato l’unico modo per essere considerato tale. Riguardo ai colori, non saprei; forse ti riferisci al nostro video di “Europa chiama Italia”. In quel caso c’è una vera esplosione di colori, ma si tratta di una scelta estetica precisa, dal momento che il brano evoca atmosfere da viaggio ancora molto vacanziere. Per il resto invece prediligiamo un approccio più sobrio; in realtà nella vita siamo persone molto poco eccentriche che badano decisamente al sodo.
Che poi questo nome evocativo… ci rimanda ai fasti dei grandi rock di provincia, dei doposcuola, dei garage… cos’è il Magazzino San Salvario?
Prima ancora che il nome del gruppo, “Magazzino San Salvario” è un luogo fisico e reale, situato nel cuore dell’omonimo quartiere torinese. È proprio qui che a partire dal gennaio 2020 abbiano iniziato a ridar forma alla nostra voglia di suonare insieme. Il progetto è poi cresciuto in clandestinità durante il periodo del lock down. In piena pandemia, quando tutto sembrava irrimediabilmente interrotto, avere avuto un posto segreto poter continuare a suonare ha rappresentato per noi un rifugio per l’anima, ancor più che per il corpo. Ormai il Magazzino è la nostra seconda casa; oltre alla sala prove ci sono divani, sedie e tavoli per fermarsi a cena, e persino giochi per i bambini. Nel frigo non manca mai la birra. Se passate da Torino venite a trovarci e sarete sempre i ben venuti!!!